Abbiamo dedicato un articolo alla nostra capitale, che molto abbiamo amato e spesso torna nelle nostre digressioni. Non che oggi abbia smesso di piacerci, ma certo non è più quella di “Poveri ma belli”, cult del 1957 con i noti divi nostrani e popolani: tanta povertà, ma un tocco di spensieratezza che alleggeriva il peso dell’esistenza. Non è più nemmeno la fosca metropoli di “Brutti Sporchi e cattivi”, severo sguardo di Ettore Scola sul degrado senza remissione dei peccati; o delle periferie dei ragazzi di vita di pasoliniana memoria, insomma è un posto dei nostri tempi e con nuove lenti occorrerebbe osservarla.

Sarà che i “romanzi criminali” e i sussurri sul potere clerico/governativo hanno inquinato i nostri occhiali, il risultato è che non riusciamo più a pulire le nostre personalissime lenti: è tutto flu, sfocato, inafferrabile. Anche oltre i nudi episodi noir che abbiamo trattato, non troviamo più i romani, quelli che avevamo simpaticamente “schedato” e, tutto sommato, ci strappavano sempre un sorriso.

Ricordiamo tre vicende recenti,  appena concluse o ancora aperte, che portano l’attualità fino agli ultimi secondi di questo affannoso momento; e lo faremo senza troppi giri di parole.

Beau Salomon è uno studente di diciannove anni, arriva da un paesotto del Wisconsin, dove vive con la sua affiatata famiglia. Ha un faccino simpatico e un buffo sorriso; pare sia molto famoso negli USA per aver lottato, fin dalla tenera età, con un cancro sconfitto grazie a una serie di delicate operazioni, che gli hanno consentito di praticare ottimamente anche il football, quello americano s’intende. Ci hanno sempre detto che era venuto in Italia per uno stage all’università “John Cabot” che, leggiamo sul sito “…offre 14 corsi di laurea in ambito economico, umanistico e politico. A partire dal semestre autunnale 2020 sarà introdotto il nuovo corso di laurea in Scienze psicologiche e saranno disponibili due nuovi Minors in Matematica e Arte e Design...”

A occhio e croce, l’ateneo sembra destinato a una platea di studenti italiani o che vivono in Italia, di famiglie facoltose, ma evidentemente funziona anche in senso opposto, se Beau, il 30 giugno 2016, sbarca a Fiumicino proprio per frequentarla. D’alto canto, negli ultimi decenni, tra Erasmus, Perugia e altre situazioni, quello che siamo riusciti a capire è ben poco. Una sarabanda  di ormoni in libera uscita, che vagano per il pianeta, a fini di studio, ma sarà poi così?

Siamo stati (quasi) tutti giovani e folli, non daremo buoni consigli solo perché non possiamo più dare cattivo esempio (ma per quest’ultimo si è sempre in tempo…), però quando viaggiavamo noi, almeno filavamo dritti a letto, prima di buttarci in giro, e mai in solitudine, almeno i primi giorni. OK, accortezze da vecchi borghesuoli, non eravamo hippy. 

Fatta la tara al divario di generazione e abitudini, nondimeno non ci facciamo una ragione del fatto che il giovanotto si fiondi senza indugio e senza fallo sulle rive del Tevere, dove oggi non si danza come Maurizio Arena e Marisa Allasio, ma si incrociano squatter, punkabbestia poco amichevoli, cani feroci, topi, cumuli di spazzatura, e ogni genere di situazione sconsigliabile anche al più temerario serial killer, in una girandola di stordimento da sostanze: alcune, pericolosissime, anche coltivate sul posto.

Beau non sembra preoccuparsene e ci va, chissà perché, a sera inoltrata, nel buio. Le telecamere hanno mostrato una rissa, lui (ce lo dicono, non si vede granché) che cade in acqua, mentre sull’altra sponda il passeggio continua senza un plissé: evidentemente era uno spettacolo consueto. E perché il ragazzo non si salva? Quel fiume è sporco (temibile la leptospirosi, per chi vi si bagna) e anche “correntoso”, ma l’americanino è descritto sportivo, però non si vede nemmeno un tentativo di emergere.

Alle corte: poche settimane or sono un gentleman ivi “residente”, il clochard (che bell’eufemismo) Massimo Galioto, è stato definitivamente assolto, ammettendo solo di aver spintonato il poveretto, con la generica minaccia “vattene sinnò t’ammazzo”.

Il suo legale ci conferma che trattasi di gergo urban e che si è voluto trovare troppo in fretta un colpevole, per contentare soprattutto l’opinione pubblica d’oltreoceano: che però, non ha pressato per sapere la verità sulla sorte del defunto connazionale, come fece per la liberazione di “angel” Amanda Knox. Si vede che chi vive si da pace (ma non la famiglia di Beau).

Ormai siamo nel covidanno, 2020. Vi parliamo dell’influencer Algero Corretini attraverso un articolo, dichiarandoci incompetenti a questa risma di nuove biografie : “1727 Wrldstar, il suo vero nome è Algero Corretini. E’ nato a Roma nel 1996 da padre italiano e madre moldava. Ha 24 anni e un passato da rapper. Adesso è celebre su Instagram, dove ha quasi 100mila followers. Vive alla periferia di Roma, in zona Piana del Sole, a pochi chilometri da Fiumicino. All’inizio della sua carriera di rapper, nel 2012, aveva scelto il nome di Esak, ma a causa di una lite con il produttore Sick Luke ha abbandonato il progetto che aveva all’epoca. Nel 2018 ha cambiato il nome in 1727 wrldstar. E’ noto per aver avuto uno scontro con Junior Cally, di cui ha rivelato l’identità prima che dello stesso artista. diventato celebre per un video caricato sui suoi canali social. Il giovane capitolino, 1727 Wrldstar, voleva riprendersi mentre praticava un’irresponsabile bravata ma non immaginava che sarebbe andata così. Dopo aver esordito dicendo che avrebbe insegnato tutti a guidare con la documentazione delle sue gesta al volante, il ragazzo ha raggiunto con la sua vettura la velocità di 110 km/h mantenendo la terza marcia, fino a quando, decide di fare un’inversione a U per evitare il semaforo rosso. Ecco che la macchina prende un muro e la bravata si trasforma in una figuraccia. dove in diretta descrive la sua corsa in auto a tutta velocità che si ferma quando sfrega un muro con la portiera. Qualche giorno fa era finito addirittura tra gli ovali dei ricercati di Chi l’ha visto?. A lanciare l’allarme era stata la fidanzata…” Metropolitanmagazine.it.

La sparizione non era vera, ma solo una scena per riacquistare follower e, intervistato, il fellow assicura che si è anche disfatto (ma come?) di una pistola, per paura dei controlli. La sua fidanzatina si era dichiarata in ansia perché da casa era sparita la dose (da cavallo) quotidiana di anabolizzanti.

Non ce la possiamo fare, avrete cura di approfondire per conto vostro. 

Come d'altronde ci stiamo  ancora arrovellando per capire cosa sia accaduto a Luciana Martinelli. Ventisette anni di nervosa bellezza, per dirla alla Leosini, di mamma  cinese, che appare in video con un appello alla figliola, la giovane, definita insegnante di lingue e cinofila, se ne scappa da casa, dove ha lasciato il telefonino, il 4 aprile scorso. 

Ma come? Eravamo tutti segregati in casa, uscendo solo imbavagliati e tremebondi, per acquistare il minimo vitale, e sempre col timore di incontrare pizzardoni pronti a metterci in ceppi, e lei ha potuto, secondo i media: andare a zonzo, cercare un’officina per ricaricare la batteria dell’auto, abbandonare quest’ultima in giro e farsi trovare morta, sempre nel Tevere nostro. Sorella e cognato, con lei conviventi, avrebbero riferito che il lockdown l’aveva esasperata e dopo una lite se ne sarebbe andata senza dare spiegazioni. Ad oggi non si sa di più.

A voi torna qualcosa?