«Sarà pure solipsista, ma va tenuto dentro il circuito democratico. D’altronde, una forza che raccoglie al primo colpo il 25% dei consensi non è un fenomeno transitorio. Anzi loro sono il partito di centro dei tempi moderni. Anche perché i moderati non sono come si prova a rappresentarli oggi. Eppoi i moderati incazzati non sono una novità, visto che agli inizi del Novecento Camillo Prampolini si definiva un moderato rabbioso.»

Con queste parole, Pierluigi Bersani, in un incontro tenuto lo scorso fine settimana a Campobasso, ha ribadito a coloro che erano andati ad ascoltarlo un concetto che già aveva anticipato in precedenza durante il proprio intervento: «I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s’indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra».

In molti, renziani in testa, hanno riassunto la sostanza delle parole di Bersani nel concetto che alle prossime politiche è meglio che vincano i 5 Stelle piuttosto che Renzi.

Pierluigi Bersani, a legger bene le sue frasi, ha solo espresso la realtà dei fatti aggiungendo di suo solo che non vede i grillini come un "qualcosa" di appartenente alla destra. Anche in questo caso niente di straordinario, visto che i 5 Stelle dicono di non essere né di destra, né di sinistra... quindi, che cosa ci rimane?

Dopo gli ultimi recenti "infortuni", il PD è impegnatissimo a risalire la china puntando allo scontro con il Movimento di Grillo che, agli occhi degli elettori, deve esser fatto passare come fascista. Pertanto, se uno come Bersani, seppur da poco tempo non appartenga più al PD, si mette a dire che i 5 Stelle sono di centro e non di destra, indicandoli in pratica come appartenenti alla stessa area del Partito Di Renzi, le reazioni non potranno che essere scomposte. E sui social i sostenitori dell'ex premier hanno dato il meglio, o il peggio a seconda dei punti di vista, di sé.

L'Unità, organo ufficiale del Partito Di Renzi non poteva essere da meno arrivando persino ad accusare Bersani di aver favorito l'ascesa dei 5 Stelle: «Il Movimento Cinque Stelle deve moltissimo a Pier Luigi Bersani: fu lui, blindando le primarie del 2012, a neutralizzare Matteo Renzi, l’unico che avrebbe potuto ridimensionare significativamente il successo dei grillini alle politiche dell’anno successivo. L’allora sindaco di Firenze, infatti, sarebbe riuscito a marcare una radicale discontinuità – in termini anagrafici, politici e culturali – rispetto alla screditatissima "vecchia politica", così sottraendo al Movimento Cinque Stelle il monopolio dell’offerta di homines novi e drenando una cospicua percentuale di elettori moderati al quasi ottuagenario Silvio Berlusconi, l’altro grande beneficiario della miopia politica di Bersani.»

In base a quali elementi possano essere espresse tali "idee" è difficile capirlo, ma questo è ciò che è stato pubblicato. Ma la rabbia è tanta che nell'articolo si aggiunge anche che «non contento, quest’ultimo [Bersani, ndr] si fece umiliare in diretta streaming da Vito Crimi e Roberta Lombardi, facendo passare per statisti navigati due delle tante mediocri matricole pentastellate reclutate dalla Casaleggio e Associati e catapultate in Parlamento.» Pur di fare un dispetto a Renzi, sempre secondo l'Unità, Bersani sarebbe disposto a fare da galoppino ai 5 Stelle.

Ma il giudizio più interessante, oltre che più illuminante è quello conclusivo: «Il gioco non è valso la candela, perché così facendo Bersani ha perso in credibilità e non avrà alcun tipo di contropartita, quando Renzi verrà riconfermato alla segreteria del Pd

Quindi, a l'Unità già danno per scontato che ad essere nominato ancora segretario del partito sarà Matteo Renzi con buona pace per gli sfidanti Orlando ed Emiliano. Ma è giusto così, in fondo il PD è il Partito Di Renzi e l'Unità ne è l'organo ufficiale.

Come è chiaro a tutti, un perfetto esempio di che cosa si intenda per democrazia dalle parti del Nazareno.