Gli ultimi dati della pandemia da coronavirus, a livello mondiale, ci dicono che il contagio ha interessato oltre 2,5 milioni di persone, causando la morte di circa 180mila, mentre il numero dei guariti è di circa 700mila. 

Il grafico che indica l'andamento dei nuovi casi fa ritenere che possa essere iniziata la fase discendente, anche se i numeri indicano ancora quasi 90mila casi ogni 24 ore. Da considerare anche che in molte parti del mondo la rilevazione del contagio tramite l'effettuazione di tamponi è pura utopia. Per questo, come peraltro è accaduto e forse sta ancora  accadendo in Italia, il numero di contagiati e di morti da Covid è molto più alto rispetto ai dati ufficiali. 

In alcune nazioni, il contagio è o appare sotto controllo, e così si parla di riapertura, anche se non è ben chiaro con quali modalità. Un esempio in tal senso è rappresentato da Singapore, dove in una prima fase il virus sembrava essere stato contenuto. Dopo che si è passati ad una fase di quasi ritorno alla normalità, i numeri del contagio hanno ripreso a crescere anche più di prima (il numero di casi a Singapore ha superato i 10.000, con 1.016 nuovi contagiati solo mercoledì), tanto che il primo ministro Lee Hsien Loong ha deciso di imporre il lockdown fino al primo giugno. Il contagio riguarderebbe soprattutto i lavoratori stranieri che vivono in dormitori comuni e la cui condizione era stata sottovalutata dalle autorità. 

Per l'appunto, il problema di sottovalutare e non prevedere tutte le possibilità che potrebbero causare la ripresa del contagio rende l'avvio della cosiddetta fase 2 complicato, perché l'errore è sempre dietro l'angolo. La prudenza, pertanto, è d'obbligo... almeno per alcuni.

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, prevede di avviare la ripresa del Paese nella seconda metà di maggio, in base a quanto riportato da Reuters, allentando però le attuali restrizioni in modo graduale. La "chiusura" in Spagna è stata dichiarata il 14 marzo e il numero di contagi che ha superato i 200mila, mentre il numero di morti si sta avviando verso i 22mila. Pur con numerose oscillazioni, l'andamento del contagio in Spagna è in calo, rispetto al picco registrato il 25 marzo.

Singolare, invece, quanto sta accadendo negli Stati Uniti dove, in base ai dati riportati dalla Johns Hopkins, il 21 aprile si sono registrati quasi 40mila nuovi casi, il numero più alto di sempre. 825mila sono i contagiati in America e 45mila finora i decessi. Di contagio in calo, neanche a parlarne. Nonostante ciò, il presidente Trump e alcuni governatori dicono di voler ritornare alla normalità quanto prima. 

Negli Stati Uniti lo Stato sociale è un'utopia. Quindi, le aziende che non potevano rimanere aperte (anche per mancanza di clienti) hanno licenziato i propri dipendenti. Quest'ultimi hanno perso quindi la garanzia non solo di poter mangiare ma anche la possibilità di avere un'assicurazione medica. Questa gente inizia a protestare e di lockdown non vuole più sentir parlare. Per questo alcuni governatori, appoggiati da Trump, inizieranno a ritornare alla normalità per evitare che le attuali manifestazioni di protesta non sfocino in atti di violenza.

Quali saranno le conseguenze è facile intuirlo, come dimostra l'esempio di Singapore. Così, per la cosiddetta "seconda ondata" in Usa, di cui ha parlato il direttore dei CDC, Robert Redfield, non sarà necessario attendere il prossimo inverno.