Salvini, Berlusconi e la singolare alleanza nel centrodestra
Il messaggio politico di Salvini è molto semplice e pratico. Il segretario leghista prende ad esempio dei fatti di cronaca, ma solo dove siano protagoniste in negativo persone che siano identificabili come migranti, e chiede sul suo profilo facebook se quanto accaduto sia giusto e se debba continuare.
A questo si aggiunge la denuncia contro le ingiustizie fiscali e le colpe dell'Europa, che vanno dall'Euro fino alle politiche messe in atto per supportarlo.
Le proposte politiche di Salvini sono molto semplici e dirette come le sue denunce e consistono nel fare l'esatto contrario di quello che finora è stato fatto e tutto si aggiusterà... semplice, no? Ed è tanto ovvio e naturale che lo stesso Salvini ha riassunto la sua ricetta in uno slogan elettorale che auspica "la rivoluzione del buon senso".
Però, dato che oggettivamente l'Italia non è uno Stato a sé e che vive all'interno di una comunità di altri Stati regolata da "meccanismi" legislativi, economici e finanziari quasi inestricabili, sarebbe anche logico pretendere che le "ricette" di Salvini ne tenessero conto. Ma non è così e neppure chi lo vota sembra preoccuparsene.
E tutto questo finisce per avere anche delle conseguenze con le ricette politiche dei partiti che dovrebbero essere considerati alleati della Lega di Salvini. L'ultimo "incidente" tra Lega e Forza Italia riguarda il rispetto del 3% con l'Ue relativo al rapporto deficit Pil. Berlusconi, ad inizio settimana è andato per un paio di giorni a Bruxelles, per autenticarsi come punto di riferimento in Italia del PPE e, per dimostrare la propria affidabilità, ha ribadito il rispetto delle regole che legano il nostro Paese alle politiche dell'Unione Europea.
Per tutta risposta, Salvini ha ribadito via facebook che «il "numerino 3" per noi non esiste», affermando di esser pronto a ridiscutere tutti i trattati europei che non facciano l'INTERESSE NAZIONALE.
In genere si sente parlare delle difficoltà di alleanza che esistono a sinistra, mentre invece sembra logico che a destra degli alleati che pochi giorni fa hanno siglato un patto elettorale abbiano posizioni contrapposte su temi tanto importanti come quelli di politica economica.
Infatti, oltre al "numerino 3" c'è da ricordare che mentre Berlusconi parli di follia in relazione ad un'eventuale uscita dall'euro, per Salvini è un'opzione da non scartare se non da mettere in pratica il prima possibile.
Ma come è possibile che tutto ciò sia interpretato come normale, quando nel recente passato le alleanze di destra sono finite a pesci in faccia?
Una domanda cui è possibile rispondere richiamandosi al buon senso di Salvini. L'alleanza a destra permette di ottimizzare il numero di seggi che possono essere conquistati in Parlamento. Per quanto riguarda i contenuti del patto elettorale questi rimangono in secondo piano... il pragmatismo delle poltrone viene prima di ogni altra cosa.
Come ciò possa poi coincidere con gli interessi del Paese è tutto da dimostrare.