Fabio Ridolfi, quella domenica del 29 febbraio 2004 (5 giorni prima del suo 28esimo compleanno), stava cenando a Fermignano, località che si trova nelle Marche, con i propri genitori quando inizio a sentirsi male. Dopo alcuni giorni dal ricovero in ospedale, arriva la diagnosi: tetraparesi da rottura dell'arteria basilare, una patologia irreversibile che da 18 anni lo costringe ad una totale immobilità, che esclude gli occhi, con cui Fabio comunica grazie ad un puntatore oculare.

Fabio, con suo fratello Andrea che è anche il suo amministratore di sostegno, tramite Mina Welby  prende contatti con l'Associazione Luca Coscioni per conoscere nel dettaglio cosa prevede il testamento biologico e quali sono le possibilità di scelta nel fine vita percorribili in Italia nel rispetto della sua volontà e nella piena legalità.

Approfondita con gli esperti dell'associazione Luca Coscioni la norma sul testamento biologico, nelle sue condizioni tramite un notaio impiega mesi per gli adempimenti necessari affinché le sue volontà siano valide e redige il suo testamento biologico.

Il 10 gennaio 2022 invia una richiesta all'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche chiedendo di essere sottoposto a verifica delle sue condizioni affinché nel rispetto e nella piena applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 242/19 possa accedere al suicidio medicalmente assistito.

L'Azienda Sanitaria Unica Regione Marche, a seguito anche della giurisprudenza formatasi per i casi di Mario e Antonio, senza la necessità che Fabio si rivolga ad un tribunale,  attiva le verifiche e in data 21 febbraio, 23 febbraio, 24 febbraio e 25 febbraio l'équipe medica si reca presso il domicilio di Fabio per effettuare tutte le verifiche previste dalla sentenza della Consulta.

Si apprende che in data 15 marzo, la relazione medica è stata inviata al Comitato Etico, ma a Fabio a oggi non è arrivato nessun parere né sulle condizioni e neppure sulle modalità per poter procedere con suicidio medicalmente assistito.

Per questo, oggi, Fabio Ridolfi ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua, comunicandolo in un video:

“Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”.

La decisione arriva a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l'aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione.

Per questo motivo Fabio Ridolfi, il 27 maggio, aveva anche diffidato formalmente l'Azienda sanitaria unica regionale Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Una diffida cui, però, l'Azienda sanitaria unica regionale ad oggi non ha mai risposto; decorsi i termini, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere  con un'azione penale nei confronti dei responsabili dell'inadempimento per omissione di atti d'ufficio.

"Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l'aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (Cappato\DJ Fabo). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e  dell'ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile”, hanno dichiarato l'avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi – composto anche dagli avvocati Francesca Re, Massimo Clara, Rocco Berardo, Francesco Di Paola, Angioletto Calandrini e Giordano Gagliardini – e Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con la sedazione profonda e con la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. È da oltre due mesi che aspetta e l'ASUR continua a ignorare la sua richiesta, dopo aver tenuto per 40 giorni in un cassetto un parere che affermava la presenza dei requisiti per accedere legalmente al suicidio assistito. Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell'insabbiamento al Senato del testo di legge sull'aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum".

Il parere favorevole del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per procedere con l'aiuto medico alla morte volontaria, incompleto perché mancante della indicazione del farmaco e delle modalità di somministrazione, era arrivato all'indomani di un appello pubblico di Fabio Ridolfi e dopo essere stato bloccato per 40 giorni dalla ASUR Marche. (fonte Associazione Luca Coscioni)


Per i più distratti, la regione Marche è guidata da Francesco Aquaroli, espressione del partito Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, una dei tanti che trascorre il proprio tempo sui social ad imprecare contro coloro che amministrano la cosa pubblica per fare solo danni agli italiani. 

Sempre per ì più distratti, la regione Marche non è la prima volta che si distingue nel voler ritardare l'applicazione di un diritto, come dimostra la storia di Mario...