Finita la tragedia del secondo conflitto mondiale si sono immediatamente affermati gli interessi politico/economico/militari americani in Europa e, con la scusa del comunismo  (ma ce n’era molto anche in Francia), abbiamo subito la loro democrazia fatta di tentati golpe militari, attacchi terroristici per mano del fascismo eversivo sopravvissuto alla mancata epurazione post bellica lasciato libero di commettere orrendi crimini su inermi cittadini in nome di un non meglio identificato bene comune e sicurezza nazionale. In questo gioco di potere ha partecipato da protagonista anche la mafia che tramite gli americani aveva acquisito un ruolo ufficiale nella politica siciliana al pari della nobiltà proprietaria terriera che aveva sponsorizzato e condiviso i principi feudali che avevano aperto le porte al fascismo e che disciplinavano di fatto la società italiana di allora.

In questo clima “avvelenato” è nata una Repubblica democratica fondata sul lavoro comandata occultamente da forze eversive militari ed economiche con il placet degli “alleati” e il governo americano.  In questo museo delle anomalie abbiamo vissuto nell’illusione di essere un popolo in cammino verso la libertà e l’autodeterminazione ma in realtà si era più schiavi di prima.

Non capisco perché non vi è il coraggio di dire la verità su quanto è accaduto in quei terribili anni ’90, che cosa è andato sul piatto nell’infame trattativa tra il “non stato” e la criminalità organizzata che ha cooperato con settori delle istituzioni di questo sciagurato Paese dal dopo guerra ai nostri giorni, giochi sporchi a danno dei cittadini onesti.

Guardatevi intorno e capirete chi e che cosa sono andati sul piatto di quella aberrante “trattativa” condotta non a caso da ufficiali dei carabinieri, i soliti specchietti per le allodole con un piede nell’Arma (oggi Forza Armata indipendente), un altro nei Servizi, un altro nei ministeri “che contano”, un altro nella …., un altro nel …, a questa gente non si riesce a contare i piedi!

lo Stato buono ha perso perché una classe politica vile e compromessa lo ha svenduto usandolo come merce di scambio per salvarsi la faccia, la pelle e mantenere i propri privilegi. Ormai siamo sotto la dittatura del denaro sporco infatti questo spiega perché non è stato perquisito il “covo” di Riina dopo il suo arresto: il patto consisteva nella cattura del boss ma non la fine di “cosa nostra” con i suoi collegamenti e i suoi capitali.  La struttura criminale non doveva essere toccata perché era la parte principale del patto e l’enorme liquidità di cui disponeva faceva troppo comodo ai partitocratici, a vari settori impuri delle istituzioni e soprattutto all’imprenditoria del nord che ha goduto di finanziamenti ingenti fuori dal circuito bancario. Il centro sud è stata la contropartita divenendo terra di nessuno dove tutti possono fare quello che vogliono: dall'avvento di Berlusconi vi è stata un'importazione principalmente dalla Sicilia e Campania di famiglie collegate al riciclo; sono stati inquinati vasti territori e i responsabili delle terre dei fuochi non solo non sono stati ricercati ma i loro sporchi interessi sono stati tutelati con la pietra tombale del segreto di stato. Le discariche legali sono state ampliate allo scopo di smaltire illegalmente i veleni industriali delle produzioni del nord per questo non verranno mai bonificate altrimenti si scoprirebbe che sono autentiche "bombe ambientali". Perché sprecare risorse pubbliche per salvare vite e risanare l'ambiente? Meglio devolverle alla grande imprenditoria per accrescerne il profitto!  Ormai parlare di risorse pubbliche è improprio visto che Confindustria le ha privatizzate e sottratte al 95% della collettività: attualmente la percentuale dei grandi evasori è pari alla percentuale dei poveri assoluti.

Guardate come il riciclo del denaro sporco nel centro sud dell’Italia sta avvelenando l’economia sana trascinando alla deriva il commercio a conduzione familiare e tante piccole e medie imprese che lavorano onestamente. La penetrazione di un simile letale veleno è potuta avvenire solo attraverso le firme degli amministratori locali, il fiancheggiamento complice di una nutrita frangia di liberi professionisti criminali, l’inerzia dolosa delle forze dell’ordine in particolare dei carabinieri presenti capillarmente sul territorio con le loro caserme e la diplomatica miopia (se non peggio) di molti magistrati sparsi in tutte le procure d’Italia che offendono la dignità della buona Magistratura.

 Il processo di putrefazione dello Stato si manifesta nel fiorire di associazioni, lobby, logge e loggette più o meno massoniche più deviate che mai, l’affermarsi di una corruzione capillare che si è sostituita al sistema di diritto umiliandolo e relegando il suo esercizio a pura perdita di tempo e di denaro per il cittadino e che alla fine arricchisce professionisti mediocri o peggio infedeli. Io sono una “signora nessuno” che ha toccato con mano questa crudele realtà e ne sono uscita completamente annientata perché ho rifiutato di adeguarmi agli schemi e i conseguenti ruoli e soggiacere al ricatto della raccomandazione e alla svendita dei propri diritti e dignità: il prezzo da pagare è stato altissimo troppo alto per capire e anche se la conoscenza della verità è fonte di sofferenza e tristezza vi dico che vale la pena combattere per lei. Mi sono accorta che tali sofferenze alimentano positivamente i miei principi rendendomeli ancora più forti e preziosi e nei quali ripongo la mia fede.

In fondo è la fede nei controvalori che cementa il legame tra mafia, partitocrazia, imprenditoria criminale, le forze armate inquinate da una vena di fascismo eversivo che oggi rappresenta un reale pericolo per questa democrazia fatta di carta. Che questo tipo di legame sia talmente forte lo dimostra il fatto che la mafia non ha più bisogno di sporcarsi le mani con omicidi eclatanti preferisce uccidere la dignità e la libertà degli individui imponendosi con il ricatto del denaro e della corruzione. Grazie a tale lunghissima connivenza e condivisione di obiettivi oggi dispone di un elemento di forza che la contrappone allo Stato e alla quale ormai non sa resistere più nessuno: ha capitali immensi investiti in tutto il mondo che rendono alti profitti a getto continuo, una colossale ricchezza liquida che deve per forza investire per questa ragione ha potuto trattare alla pari con il cattivo Stato, a differenza della società  si è saputa evolvere e da serva è diventata padrona. Quell’immenso fiume di denaro gli deriva dalla rovina di tanta gente che cade nella trappola della droga, ormai sono diventati produttori e distributori di quel mostro che sta portando inesorabilmente alla rovina le menti e la dignità delle vecchie e nuove generazioni già strangolate da un debito pubblico che li renderà ancor più schiavi; dallo sfruttamento della prostituzione; dal traffico di esseri umani; dall’usura; dall’omicidio ma che importa investigare sulla sua origine tanto non ha odore, sapore, nazionalità, morale!

 Se poi si guarda il graduale smantellamento della normativa contro il fenomeno mafioso emerge che quel patto gradualmente lo stato malato lo sta rispettando. Su quali valori vengono educate le nuove generazioni? L’onestà era un principio naturale oggi gli scrupoli sono pesi scomodi che vanno eliminati e la strada diventa piana, il denaro è facile, ci sono tante porte aperte, tanti complici con i quali mercanteggiare a danno degli onesti.

Non c’è legame più indissolubile del crimine perché quest’ultimo paga bene e preserva dall’assunzione di responsabilità: offre più garanzie del sistema giuridico che può essere manipolato facilmente da avvocati senza scrupoli e garantisce da un lato facili ed illeciti guadagni e dall’altro la libertà a corrotti e assassini.  La “giustizia mafiosa” è certa e inesorabile; non è ammesso rubare il sacro denaro della “famiglia” chi lo fa muore! Se lo Stato di diritto applicasse le regole mafiose oggi non ci sarebbero problemi di evasione fiscale e corruzione ma saremmo un popolo di “affiliati” con i santini in tasca.

Però adesso c’è un’aria diversa che tira, sembra che la “pax mafiosa” che dura dal ’94 stia  vacillando, si parla in particolare che il PM Di Matteo stia correndo gravi rischi dopo la sentenza di condanna a conclusione del processo sul patto scellerato intercorso tra la parte malata dello Stato e la mafia, una sentenza ottenuta con un duro lavoro investigativo dal quale è scaturito un impianto accusatorio ben fondato ed efficace: oggi rivivere l’orrore di veder cadere persone di valore che hanno sacrificato la propria vita per spirito di servizio allo Stato  sarebbe un dolore immenso, un disonore e una condanna alla schiavitù per tutti. La parte buona di questo Paese deve saper difendere i suoi figli migliori!

Quanto ancora si riuscirà a sopportare il peso di questo sistema criminale che sta togliendo ossigeno a milioni di famiglie? Tutte le persone veramente oneste e con qualche buon principio che ancora sopravvive in loro sono chiamate ad occupare il loro posto in trincea per difendere la propria dignità e il rispetto delle regole sempre che non sia troppo tardi. È tempo di rispolverare la Costituzione e pretendere che siano rispettati i suoi principi considerando il grave pericolo che per questo possano rispuntare manganelli e bombe: la violenza va isolata ed espulsa dal tessuto sociale di questo Paese una volta per tutte. In questa “guerra per una civiltà democratica” la buona magistratura è in prima linea e deve fare il suo dovere dimostrando fedeltà a quei principi sui quali ha giurato fedeltà e che sono costati ingiustizie, sofferenze e morte di tanti innocenti che hanno creduto e si sono sacrificati per permetterci di vivere una vita dignitosa e pacifica. La restaurazione dei principi costituzionali deve partire dalla base che si deve far sentire con la forza dei suoi valori, delle sue idee e dei suoi progetti.