La cittadinanza a Ramy? Salvini risponde così: non è un biglietto per il Luna Park
In base a quanto ha deciso il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna, che ne ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, Ousseynou Sy, l'autista che mercoledì scorso ha preso in ostaggio i 51 ragazzi che trasportava a bordo dell'autobus che stava conducendo, avrebbe agito spinto dal desiderio di vendicare i figli morti nel Mediterraneo, oltre che i tanti altri migranti che non sono riusciti a raggiungere le coste dell'Italia e dell'Europa.
Ma a scongiurare quella che poteva diventare una tragedia è stato il coraggio di alcuni di quei ragazzi che erano sul bus che con il telefono hanno chiamato i genitori e i carabinieri, consentendo l'immediato intervento di questi ultimi. Tra chi è riuscito a telefonare, c'è Ramy, un dodicenne di origine egiziana che, dopo la terribile esperienza, ha chiesto di poter ottenere la cittadinanza italiana.
Questa è stata la risposta del ministro dell'Interno Matteo Salvini, rilasciata sabato, al margine del Forum di Confcommercio, tenutosi a Cernobbio.
«Stiamo facendo tutte le verifiche del caso, perché prima di fare scelte così importanti bisogna aver controllato tutto e tutti - ha detto il vicepremier. - Ramy vorrebbe avere lo Ius soli? È una scelta che potrà fare quando verrà eletto parlamentare - ha aggiunto Salvini. - Per il momento la legge sulla cittadinanza va bene così come è. Si può aprire la possibilità di discuterne? Assolutamente no».
Domenica, è ritornato sulla questione riaffermando: «Ius soli? Non se ne parla. L'Italia è già oggi il Paese che concede più cittadinanze ogni anno, non serve una nuova legge. La cittadinanza è una cosa seria e arriva alla fine di un percorso di integrazione, non è un biglietto per il Luna Park. In singoli casi eccezionali si può concedere anche prima del tempo, ma la legge non cambierà. Ramy? Stiamo proseguendo con tutte le verifiche del caso, spero di incontrarlo presto e ringraziarlo per il suo coraggio».
Da ricordare che anche questa vicenda contribuirà ad aggiungere ulteriori problemi alla già più che fragile alleanza di Governo, dato che per primo, a supportare la cittadinanza a Ramy, è stato proprio Luigi Di Maio.
Era possibile attendersi una presa di posizione diversa da uno come Salvini? Certamente no, sarebbe stata una sorpresa. Ma quello che c'è da chiedersi è se sia possibile accettare come normale una situazione di totale anormalità come quella attuale - creatasi anche, se non soprattutto, grazie alla dabbenaggine degli sprovveduti e incapaci 5 Stelle - e se non sia invece il caso di cominciare a preoccuparsi. Secondo Pippo Civati, sì e molto.
«Il WCF di Verona riunirà tra pochi giorni tutte le forze ultraconservatrici del mondo, ospiti del governo italiano guidato dalla Lega (ridicolo il balletto sul patrocinio tra Conte, Di Maio e Fontana).
Un attacco alle donne, anzi, una reazione al loro protagonismo, insopportabile per i maschilisti e i fondamentalisti di ogni risma.
E non solo. Perché l'internazionale conservatrice si dà appuntamento a Verona anche per consolidare rapporti che tengono insieme i fascisti dichiarati, i razzisti e i nazionalisti.
C'è aria di Salò, in tutto questo. Del resto a Verona fu firmato il Manifesto di Verona, atto fondante della RSI. Ci sono molti aspetti che ritornano: religione unica, partito unico, antisemitismo, ripresa dello "spazio vitale" hitleriano. Con una curiosa eccezione. Allora per fare i colonialisti buoni, si parlava di rispetto assoluto degli indigeni, in particolare dei musulmani.
Ed è per questo che è importante che a Verona ci sia anche la Repubblica con i suoi sostenitori, la Costituzione con i suoi valori, che nascono proprio per consegnare tutto quel ciarpame alla pattumiera della storia.
Questa volta però la questione non riguarda solo l'Italia, ma è una sorta di raduno di combattenti e reduci che hanno un precipuo obiettivo. Quello di far saltare l'Europa, sotto il profilo economico e culturale e orientare la democrazia in senso autoritario fino alla sua negazione».