In teoria dovrebbero essere le strutture più protette. Soprattutto quelle strutture che - vista l'unicità dell'evento che contribuiscono a generare - regalano la gioia di diventare genitori.

In Siria, invece, si muore. Ancor prima di nascere.

L'ospedale pediatrico di Idlib, in Siria, è stato colpito da  una raid aereo che ha causato vittime tra pazienti e medici: questo è quanto denuncia Save the Children e riporta la BBC.

L'attentato non è stato ancora rivendicato, quindi non è dato sapere come mai sia stato colpito un obiettivo civile.

DUE I MORTI, MOLTI I FERITI

Sono almeno due le vittime, molti i feriti tra personale medico e pazienti. Ma il numero delle vititme potrebbe aumentare, visto che sono in corso i lavori di scavo nelle macerie.

E' sempre Save the Children (che finanzia l'ospedale attraverso il suo partner Syria Relief) a diffondere news e dati.

Tutta la parte anteriore della struttura è andata completamente distrutta; l'ipotesi più accreditata e che si sia trattato di un "errore", visto che è stata bombardata anche una delle sedi della protezione civile, non lontana dalla struttura ospedialiera.

Attentato che si colloca, in ordine di tempo, all'ultimo posto nella zona di Idlib: a seguito di attacchi aerei, si contanto 5 persone uccise e 25 ferite.

Sono stimate in circa 1.300  le donne che ogni mese partoriscono (o partorivano, se preferite) in questa struttura.

1.300 famiglie che avevano in serbo il disegno di un futuro. Per qualcuno, il futuro non ha più neppure la parvenza di un sostantivo.

l'ONU ora chiede a gran voce alla Russia di avere la gestione totale del corridoio umanitario, a sostegno proprio delle popolazioni civili così martoriate.

Bisognerebbe dirlo a quei bambini mai nati, o nati per poco, se ce ne sono tra le vittime. O ai loro genitori dei quali magari qualcuno non c'è più.

Bisognerebbe dirlo anche alle nostre coscienze, che accettano passivamente un mondo dove ammazzare è diventato come usare la play station. Tanto non tocca a me.