Elly Schlein vince le primarie e diventa la prima segretaria donna del Partito democratico. Nel suo primo discorso, Schlein ha tracciato le linee guida del programma del suo Pd menzionando fin da subito una particolare attenzione per la sanità pubblica:

"Vi sono immensamente grata, insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche questa volta non ci hanno visti arrivare. Il popolo democratico è vivo ed è pronto a rialzarsi. È un mandato chiaro a cambiare davvero. Saremo qui a fare le barricate contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica e universalistica. Perché stanno già tagliando i servizi alle persone. Quando una manovra non mette un euro in più sulla sanità a fronte di un'inflazione così alta, non è una scelta neutra, stanno già tagliando i servizi alle persone".

Ecco cosa proponeva Schlein per la sanità nella sua mozione congressuale "Parte da Noi".

Un nuovo contratto sociale vuol dire lottare per un grande investimento nella sanità pubblica e universalistica, difenderla dagli attacchi di chi la vuole tagliare e privatizzare. Il Servizio sanitario nazionale oggi è a rischio. Milioni di persone devono fare i conti ogni giorno con liste di attesa infinite. Hanno difficoltà enormi ad accedere ai medici di famiglia e ai pediatri. Per curarsi, spesso sono costrette ad andare in un’altra regione o a rivolgersi alla sanità privata, se possono permetterselo. Dobbiamo investire di più sul settore pubblico, allineando gli stanziamenti con la media europea, per realizzare una sanità sempre più territoriale e domiciliare. Per ammodernare gli ospedali, potenziare l’offerta diagnostica e valorizzare i professionisti della sanità. Dobbiamo aumentare i posti di specializzazione e l’offerta didattica delle facoltà di medicina. Investire sull’assistenza domiciliare integrata per le persone anziane e non autosufficienti e ramificare una rete capillare di presìdi sociosanitari territoriali, come le case della comunità, che avvicinino la risposta a dove le persone esprimono il proprio bisogno di cura.Oggi in Italia milioni di persone devono fare i conti ogni giorno con liste di attesa infinite. Hanno difficoltà enormi ad accedere ai medici di famiglia e ai pediatri. Per curarsi, spesso sono costrette ad andare in un’altra regione o a rivolgersi alla sanità privata, se possono permetterselo. Non è giustizia dover aspettare 200 giorni per una mammografia. Per una sanità di prossimità. L’esperienza drammatica della pandemia dovrebbe aver insegnato che non basta la sanità degli ospedali nelle città, ma serve una sanità di prossimità, sempre più territoriale, domiciliare. Una visione nuova che avvicini la risposta a dove le persone esprimono il bisogno di cura. Se il diritto alla salute dipende troppo da quanto dista la propria casa dall’ospedale di un centro urbano lo si percepirà come un diritto a metà. Grazie agli investimenti del PNRR si potrà rendere capillare la presenza di case della comunità, ma servono risorse e formazione per assicurare che al loro interno operatrici e operatori sanitari, sociali, medici di medicina generale e pediatri, psicologi e saperi del terzo settore possano lavorare in sinergia, come equipe multidiscilpinari in grado di assicurare una presa in carico più piena dei bisogni delle persone.Stop al tetto di spesa per il personale. Dobbiamo investire di più sul settore pubblico, allineando gli stanziamenti per il fondo sanitario nazionale con la media europea, per ammodernare gli ospedali, potenziare l’offerta diagnostica e valorizzare i professionisti della sanità superando i tetti alla spesa del personale. Aumentare i posti di specializzazione e l’offerta didattica delle facoltà di medicina. Investire sull’assistenza domiciliare integrata per le persone anziane e non autosufficienti, sui presìdi sociosanitari territoriali per la salute mentale e le tossicodipendenze.Sulla salute mentale occorre un salto di qualità in termini di risorse, di presenza di personale e di formazione, perché negli anni della pandemia i fenomeni di disagio sono aumentati, anche tra le fasce più giovani a cui va dedicato più supporto psicologico a partire dalle scuole. E’ necessario puntare molto di più sulla prevenzione, per evitare sofferenze e anche maggiori costi.Revisione degli accordi TRIPs sulla proprietà intellettuale. Si deve lavorare in sede europea perché i farmaci e le terapie per contrastare i virus, affrontare le malattie rare, utilizzare le nuove conoscenze in campo genetico siano non solo ricercati ma sviluppati da un’infrastruttura pubblica ispirata a criteri di open science e governata da obiettivi di utilità sociale. Dobbiamo batterci per la revisione degli accordi TRIPs sulla proprietà intellettuale, per accrescere l’accesso e la condivisione della conoscenza, per tracciare il confine tra il giusto profitto e le rendite ingiustificate, correggendo gli accordi sbilanciati e trovando un nuovo equilibrio fra i diritti di proprietà intellettuale e l’interesse generale della conoscenza come bene comune, specie se in gioco c’è la sopravvivenza, come per i vaccini e i farmaci salvavita.