Isolata nuova variante Covid in un allevamento di visoni in Polonia. La notizia però non è nuova, infatti, circa tre anni fa già si parlava dei possibili rischi degli allevamenti intensivi e in particolare dei visoni. 

Infatti, la Danimarca ha abbattuto in quel periodo circa 17 milioni di esemplari, ma oggi, sembra che voglia fare marcia indietro. Infatti, ha dichiarato di voler avviare un nuovo programma di allevamento per pellicce. e di voler importare 10 mila visoni da Islanda, Norvegia, Spagna, Polonia e Finlandia non appena il divieto temporaneo di allevamento sarà revocato, ovvero dal prossimo gennaio.

Gli esperti parlano da anni dei rischi ambientali degli allevamenti intensivi. Ma non è solo l'ambiente a farne le spese, rischiamo anche noi e grosso, in termini di nuovi virus e batteri pericolosi. 

Tra settembre del 2022 e gennaio del 2023, sono state rilevate infezioni da SarsCoV2 in tre allevamenti di visoni in Polonia situati a pochi chilometri l’uno dall’altro. Già nel 2020 in piena pandemia si parlava di Covid da visoni, ma la notizia era passata inosservata.

L'esperienza forse non insegna, se gli allevamenti intensivi resistono alle esigenze che sono evidenti. I rischi sono grossi, ma è evidente che vi è un mercato (consumo eccessivo di carne e acquisto di pellicce). 

Virus e mutazioni sollevano un grande interrogativo sull’opportunità di continuare sulla strada degli allevamenti intensivi, visto che l’esperienza insegna gli effetti pericolosi delle malattie che si diffondono dagli animali all’uomo. Il morbillo, ad esempio, si è diffuso per la prima volta dal bestiame all’uomo migliaia di anni fa. Parliamo anche di Ebola, Sars e dei Coronavirus. L’Università di Edimburgo circa vent’anni fa ha scoperto che il 61% dei diversi agenti patogeni di tutte le malattie infettive è in grado di trasmettersi fra animali e uomini.