Più si avvicinano le politiche, più aumenta la presenza di Matteo Renzi sui media, più diminuiscono le preferenze per il Partito Democratico nei sondaggi pre-elettorali.

Colui che, una volta, era considerato una risorsa, sta sempre più diventando una palla al piede anche per gli ex bersaniani che, compattamente, lo avevano seguito nella certezza di conservare la poltrona anche nella prossima legislatura, nel momento in cui era stato nominato presidente del Consiglio.

Il problema di Matteo Renzi, come di tutti quelli convinti di essere come lui dei "predestinati, è che non si rende conto della situazione che lo circonda perché, in base al proprio smisurato ego, crede di essere lui a determinarla. Ed in parte è vero... ma - in questo momento - non in positivo, bensì in negativo.

E tanta è la convinzione nei propri mezzi e, quasi certamente, nelle proprie "amicizie" (soprattutto oltre confine), che Matteo Renzi continua la sua personale partita di poker con gli italiani. Matteo Renzi, già nel dicembre 2016, aveva puntato tutta la sua carriera - prima politica, poi da premier - sull'approvazione della nuova Costituzione con il referendum che lo ha visto invece uscire sconfitto.

Questa volta ha ripetuto lo stesso identico errore, anche se non ha fatto proclami al riguardo. La sua campagna elettorale, seguendo lo stile del suo nume tutelare Silvio Berlusconi, non è fatta di contenuti ma di nemici. I contenuti, va da sé, ci sono, ma sono solo ridotti a slogan. Tutto, invece, si basa sull'identificare il nemico e batterlo.

Chi è il nemico di Renzi? Il Movimento 5 Stelle. Come sconfiggerlo? Come si sconfigge qualsiasi esercito sul campo di battaglia: impedire che possa usare le armi in suo possesso e impedire che possa rifornirsi di altre. Ecco così che Matto Renzi cerca di inculcare nella mente degli italiani l'associazione Movimento 5 Stelle uguale a fake news, bufale o balle... o come si preferisca definirle.

In tal modo, qualsiasi cosa dirà un 5 Stelle, sia sul programma, sia sul Pd, dovrà logicamente essere considerata non vera. Per Renzi, tutto ciò è come prendere due piccioni con una fava. Non avrà bisogno neppure di controbattere su qualsiasi argomento venga tirato in ballo dai grillini... tanto mentono!

Naturalmente, la strategia di Renzi non può valere per tutto, a prescindere... su alcune questioni i grillini non possono essere tirati in ballo e incolpati per ciò che il Pd avrebbe o non avrebbe fatto. La "vicenda banche" è uno di questi argomenti. Ed allora, in casi simili, per Renzi è necessario trovare un nemico adatto. E per le banche, il nemico indicato è Ignazio Visco.

È lui il colpevole di tutto, a causa di non aver controllato e agito adeguatamente e in tempo utile sulle crisi bancarie di cui Banca d'Italia, guidata da Visco, era a conoscenza. Per questo, Matteo Renzi si è opposto "pubblicamente" alla sua rielezione e ha voluto la Commissione d'inchiesta bicamerale che facesse luce su cosa è stato o non è stato fatto in relazione alla crisi cha ha investito parte del sistema creditizio italiano.

Pensando di addossare tutte le colpe a Visco, Matteo Renzi ha pensato, in questo modo, di potersi presentare agli elettori, anche quelli truffati dalle sei o sette banche fallite o quasi, lindo come un angioletto e irresponsabile di qualunque colpa i risparmiatori avessero voluto addebitargli.

Per Renzi, però, si profila un altro problema, che potrebbe avere le stesse conseguenze del referendum dello scorso anno. La prossima settimana, infatti, Visco e Ghizzoni saranno chiamati a testimoniare presso la Commissione banche e quello che diranno potrebbe scalfire, e non poco, l'immagine di Renzi, del Pd e non solo.

In base a quanto riportano alcuni quotidiani, alcune figure istituzionali - a partire da Mattarella - sarebbero un "tantinello" preoccupate della testimonianza di Visco. Per quale motivo? Difficile affermarlo, ma facile presumerlo. Il governatore di Bankitalia agisce autonomamente, ma non è neppure inimmaginabile che le sue azioni non siano state concordate in base alla situazione del Paese.

Pertanto, se alcune cariche istituzionali gli dicono che per salvare l'Italia, in un determinato momento storico, è meglio chiudere un occhio o forse due e rimandare ad altra data decisioni che, se applicate subito, potrebbero creare danni incalcolabili, è probabile che certi interventi di Visco siano stati rimandati ad altra data.

Adesso che il neogovernatore è stato tirato in ballo da Matteo Renzi come unico responsabile delle crisi bancarie che hanno afflitto il Paese, Visco potrebbe anche decidere, il prossimo martedì, di ricordare a Matteo Renzi come sono andati i fatti e di chi fossero tutte le responsabilità delle sue scelte. In pratica, per il segretario del Pd, la testimonianza di Visco potrebbe trasformarsi in un vero e proprio boomerang.

E la pietra tombale sul renzismo potrebbe porla il giorno successivo Ghizzoni che dovrà confermare o meno se Maria Elena Boschi gli abbia parlato di Banca Etruria (fatto ormai ammesso dalla stessa sottosegretaria alla presidenza del Consiglio) e se abbia esercitato pressioni (adesso sarebbe questo il punto dirimente) perché la banca, di cui il padre era vicepresidente, venisse acquistata da UniCredit di cui Ghizzoni era amministratore.

L'all in di Renzi, l'ennesimo in base allo "stile" del personaggio, è stato lanciato, ma senza che l'attuale segretario del Pd abbia in mano delle carte tali da consentirgli di essere stracerto di vincere.