Ormai il surreale ed il grottesco sono i registi della vicenda relativa alla formazione di un governo in Italia. Il presidente della Repubblica ha gestito questa fase dimostrando una evidente incapacità nell'interpretare il ruolo a lui assegnato dalla Costituzione, oltre all'assoluta mancanza di senso pratico e di corretta valutazione di alcune delle sue scelte.

Dopo essersi impuntato sul nome di un ministro, per ragioni politiche e non tecniche, creando pure un precedente per il futuro, ha riproposto l'ipotesi di un governo tecnico che non avrebbe avuto alcuna prospettiva, se non quella di far votare gli italiani in estate.

Ma il poco avveduto, scarsamente previdente e mal consigliato Mattarella si è dimenticato che i componenti di tale governo, a meno che non fossero tutti stati dei pensionati da 18mila euro al mese come Cottarelli, dopo aver rinunciato agli attuali incarichi, a causa della legge Severino, non avrebbero poi potuto ricoprire incarichi pubblici per i prossimi due anni, senza avere neppure la possibilità di presentarsi alle prossime elezioni, come richiesto dallo stesso capo dello Stato.

Il risultato? Cottarelli, anche se non è stato dichiarato ufficialmente, non ha trovato nessuno che voglia fare il ministro. E adesso? Dopo essere tornato di nuovo al Quirinale mercoledì mattina, parrebbe che stia parlando con Lega e 5 Stelle per rimettere in piedi la coalizione elettorale che in precedenza Mattarella ha bocciato con la sua impuntatura.

Certo, si può dire anche che sia stata la Lega a volere tutto ciò per andare a votare... ma è evidente che il banco, chi tiene le carte, deve anche prevedere quello che potrebbe accadere in funzione delle sue scelte. E senza ombra di dubbio, Mattarella non lo ha fatto o non è stato in grado di farlo correttamente, creando così il paradosso che tra qualche ora accetti di nuovo la possibilità di un governo Lega - 5 Stelle!

Naturalmente, non è detto che ciò accada comunque, perché c'è anche da considerare che le condizioni imposte a tale governo potrebbero non essere gradite ai vari attori in commedia... nessuno, al punto in cui si è arrivati, vuol perdere la faccia. Pertanto anche la possibilità di nuove elezioni rimane in campo.

Finita qua la commedia? Macché. Con buona pace di coloro che imputavano a Salvini e Di Maio lo spread a 300 punti, addirittura Il Sole 24 Ore, non un house organ grillino o pentastellato, ci informa che "la possibilità di un ritorno all'alleanza di Governo M5S-Lega che eviterebbe il ritorno alle urne fa respirare i mercati". Infatti, lo spread è in calo proprio sulla base di tali voci!

Ma come, tutti ci hanno spiegato che proprio l'ipotesi del governo gialloverde aveva creato l'instabilità e adesso accade l'esatto opposto? Boh!

Ma dato che al peggio non vi è mai fine, non poteva mancare uno dei principali interpreti del peggio in campo politico, il Partito Democratico di Renzi.

Interpreti del surreale, i democratici renziani hanno dichiarato di scendere in campo (espressione abusata e ampiamente infelice per i suoi precedenti) a fianco di Sergio Mattarella, con iniziative a sostegno che culmineranno nella manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 1 giugno a partire dalle ore 17 e in contemporanea a Milano.

E dove sarebbe il problema? Nel semplice fatto che il PD(dR), nel caso Cottarelli si fosse presentato in Parlamento, non gli avrebbe votato la fiducia! Ma come? Il governo voluto da Mattarella non viene votato neppure dal partito che dice di supportare le ultime scelte di Mattarella?

Ma i renziani sono in confusione mentale? No, non si può parlare di confusione, ma solo di delirio o di pazzia. Ieri, il proprietario del partito, Matteo Renzi, in barba a quanto dichiarato in precedenza ed in barba alla salvaguardia del ruolo del segretario reggente Martina, si è presentato in televisione invocando elezioni subito ed un suo ruolo di protagonista in campagna elettorale.

Inutile commentare perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Da capire, però, dove sia la responsabilità, il senso dello Stato e quello delle Istituzioni in tutto questo.

Per concludere, l'ultimo paradosso - ma non è da escludere che non se ne possano trovare infiniti altri - è nel modo in cui si presentano in tv gli ex arruffapopolo di Lega e 5 Stelle che adesso sembrano una via di mezzo tra dei preti e dei democristiani, quasi dei cloni di Prodi che distribuiscono sorrisi, serenità, pacatezza, calma...

Un mondo alla rovescia!