Preoccupazione per la tenuta sociale del Paese è stata espressa dai Vescovi durante la sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolta a Roma dal 22 al 24 marzo 2021, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Così i vescovi italiani hanno riassunto la situazione del Paese.
Il difficile momento che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando a causa della pandemia e del suo drammatico “effetto domino” sulla salute, sul lavoro, sull’economia e sull’educazione è stato al centro della riflessione dei Vescovi che hanno ancora una volta espresso la loro preoccupazione per la tenuta sociale del Paese.Le stime riguardanti l’esplosione di vere e proprie “faglie sociali” – tra i più ricchi e i sempre più poveri (fra cui rientrano in numero crescente lavoratori e piccoli imprenditori del ceto medio), tra donne e uomini, tra anziani e giovani – richiamano a un forte senso di responsabilità che deve accomunare le istituzioni, sia quelle civili sia quelle religiose. A tutti è chiesta una maggiore presenza, materiale e spirituale, per evitare che la forbice delle disuguaglianze continui ad allargarsi, recidendo certezze e prospettive, compromettendo lo sviluppo dell’intero sistema nazionale e gettando nelle braccia della criminalità e dell’usura chi non vede una via d’uscita. Di fronte a questo, i Vescovi hanno ribadito la necessità di politiche adeguate e coraggiose, capaci di sostenere cittadini e famiglie, in particolare i più fragili, e di dare anima e corpo alla ripresa. È indispensabile promuovere, per quanti si trovano in situazioni debitorie, un’efficace rete di supporto e di consiglio che permetta loro di orientarsi correttamente ai primi segnali di crisi senza attendere l’aggravarsi di situazioni difficili. Bisogna poi elaborare progetti innovativi ed efficaci che aiutino quei piccoli imprenditori la cui attività, pur essendo momentaneamente in crisi, mostra però una sostenibilità prospettica. Non va dimenticato che la questione occupazionale non può più essere disgiunta da quella ambientale: a cinque anni dalla pubblicazione della Laudato si’ e mentre si lavora per preparare la Settimana Sociale dei Cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, risuona con forza l’appello di Papa Francesco a una “conversione ecologica”. Come ricorda il Santo Padre: «È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Laudato si’, 139). Solo mettendo in campo azioni concertate e concrete – hanno evidenziato i membri del Consiglio Permanente – si può dunque parlare di futuro in termini realistici e possibili.E quando si parla di futuro, a presentarsi con il suo carico di apprensione è il tema della denatalità. I dati confermano il calo costante delle nascite, che risente anche delle conseguenze socio-economiche della pandemia e del clima di disagio e incertezza che essa porta con sé. Per questo, appare quanto mai necessario lavorare, ognuno nel proprio ambito di competenza, per restituire fiducia e speranza ai giovani.Su di loro e sui più piccoli grava inoltre la scure della povertà educativa, che sta causando nuove diversificazioni tra Nord, Centro e Sud e nuovi gap nell’accesso all’istruzione. Occorre impegnarsi perché nessuno resti indietro, nemmeno nel sistema scolastico. Il futuro comincia anche da qui.Sul piano sanitario, i Vescovi hanno ribadito l’importanza della campagna vaccinale, da sostenere e implementare, a beneficio della collettività. La messa a disposizione delle strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia vuole essere un nuovo contributo di carità, in continuità con un cammino già avviato in tal senso presso numerose Diocesi.