La tutela della persona è questione centrale e cruciale nella dinamica delle scienze sociali e di un diritto moderno della prevenzione.

La materia della tutela della salute e dell’assistenza sanitaria non può e non deve trascurare un dato ormai acquisito ed oggetto dell’indagine multidisciplinare di studiosi, professionisti ed operatori qualificati, caratterizzato dalla sinergia positiva tra materie ontologicamente distanti ma funzionalmente connesse per realizzare una protezione ampia ed adegua della persona umana.

L’universo giuridico deve con costanza e tempestività adottare un metodo anche scientifico per la concretizzazione del valore di ciascun individuo ed il benessere della persona quale bene della vita unico e fondamentale, da intendersi nei suoi vari aspetti non soltanto “esteriori” ma anche più intimi, “interni”, relazionali, esistenziali.

Il tema quotidiano della tutela sanitaria rappresenta un argomento di estrema attualità, teatro di criticità e polemiche a causa di carenza di risorse pubbliche e costi a carico dei cittadini per cure private. 

Nell’ambito di tale quadro, che pone l’osservatore in difficoltà per una compiuta analisi, occorre riflettere sul bene primario della salute (da tutelare e garantire), quale diritto fondamentale diritto dell'individuo e per la collettività.

Il diritto in esame viene qualificato come "inviolabile" dalla Costituzione e si sostanzia nel diritto all’integrità fisica e psichica, sia nel senso di poter avere trattamenti medici di prevenzione e cura sia nel senso di poter godere di un ambiente salubre. Si intravede nel dato normativo l’essenziale vocazione solidaristica della tutela della salute per gli indigenti, copertura già prevista anche a livello sovranazionale con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

La salute è dunque considerata nella nostra cultura giuridica un diritto fondamentale, in quanto rappresenta la premessa biologica che consente l'esercizio di altri diritti presi in considerazione dall'ordinamento per il pieno sviluppo della persona umana. Questo diviene il nucleo essenziale che amplifica una dinamicità del diritto e della giurisprudenza più recente chiamata a pronunciarsi su questioni ove i cittadini necessitano di una protezione maggiore rispetto al passato. 

Le tematiche sulla responsabilità sanitaria e della salute investono ormai le aule giudiziarie ma, ancor prima, sono branche del mondo sociale che stanno assumendo una veste proteiforme per via della pluralità di situazioni soggettive.

Negli ultimi anni si sono pronunciati, ad esempio, vari Tribunali su questioni di bioetica ed il rapporto tra scienza e diritto sta diventando sempre più intenso e complesso. Quindi non può che risultare utile e necessario il rapporto fra scienza e giustizia a seguito dell’imponente sviluppo delle scienze della vita e delle neuroscienze.

Tale premessa sostanzia in termini più semplici come l’uomo e la donna “moderni” pongono sempre più attenzione ad aspetti della salute relazionali ed interiori, rispetto ai quali si intreccia il campo di azione ed il confronto tra scienze proprie come la psicologia (nelle sue varie articolazioni), la psicologia sociale e la sociologia ed il mondo del diritto e della giurisprudenza chiamata ad applicare la legge.

Beni quali la salute e la protezione di ogni individuo, specie in situazioni di responsabilità sanitaria e risarcimento del danno alla salute, sono il risultato di un processo in continua evoluzione di valutazioni e decisioni con il contributo di più professionisti, ciascuno dei quali operanti sulla base di una professionalità dinamica: l’avvocato, il medico legale, il giudice si muovono su un piano di tutela ed istanze spesso promosse quando ormai è troppo tardi; ancora prima, medici e specialisti sanitari, operatori della salute stanno assumendo un profilo sempre più responsabilizzato e caratterizzato da logiche aziendali (ove non a caso si codificano processi organizzativi anche sottesi ad elaborare piani di risk management in ambito sanitario), sui quali incombono obblighi di garanzia al pari di figure che prestano un’attività professionale di natura intellettuale e specialistica, ovvero assumendo una diligenza qualificata sempre più attenta ai valori della persona.

In questo sistema oggi si apprendono tuttavia dalla cronaca fatti di malasanità e/o disservizi vari di fronte ai quali non occorre la polemica ma intraprendere azioni positive e programmi di miglioramento nei vari settori pubblici e privati.

Quale incipit porre al centro il benessere dell’uomo e della donna anche come salute relazionale ed interiore, dato che siamo sempre più attenti alle cure ed alla conservazione di un equilibrio emotivo che non deve essere mai trascurato.

Negli ultimi anni, specie dall’ano 2022, le cronache riportano decisioni e sentenze giudiziarie che hanno interessato la tutela sanitaria e la responsabilità dei medici ed il legislatore è intervenuto con leggi importanti ma quasi sempre in chiave risarcitoria, o quanto meno volta a definire e perimetrare il campo della responsabilità civile e penale.

Tuttavia si evidenziano anche altri profili primari, cioè la necessità di sostenere maggiormente il settore sanitario in Italia, con investimenti e risorse umane valorizzate e sufficienti per un organico professionale efficace ed efficiente. Anche perchè il ruolo dei medici e degli operatori sanitari deve far fronte ad istanze di protezione che non provengono solo dai pazienti, ma da terzi e familiari meritevoli di una protezione estesa che certo la giurisprudenza non ha disatteso di riconoscere in ambito giudiziario con decisioni e principi al passo coi tempi.

Ed al centro ritorna il cittadino da intendersi non come mero utente pubblico (o privato), ma come individuo completo nei suoi aspetti fisici e psichici. Gli operatori, tutti, devono possedere conoscenze dinamiche e cangianti un ruolo professionale ove non difettano aspetti relazionali. 

Già sarebbe un punto di partenza apprezzabile se si considera il predominare dei soli aspetti economici.

Questo il risultato di una valutazione di alcune pronunce da parte della giurisprudenza nell’anno 2024, ove si ricava che la tutela della persona comprende anche il bene rappresentato dalla personalità quale espressione peculiare dell'individuo. E’ ormai acquisito che la personalità è un costrutto che si compie nel corso dello sviluppo individuale attraverso gli scambi con l’ambiente, dinamica in continua costruzione.

E’ un sistema complesso che si sviluppa e funziona tramite interazioni continue con l’ambiente secondo rapporti di influenza reciproca.

Tanto per citare, in conclusione, uno degli aspetti più ricorrenti quando si affrontano casi di responsabilità medico-sanitaria e diritto, il danno esistenziale nasce dalla lesione dei diritti costituzionalmente garantiti e si presenta come un’alterazione, in senso peggiorativo, del modo di essere di una persona nei suoi aspetti sia individuali che sociali; nell’individuo si presenta come una modificazione della personalità, nei suoi stati emotivi, nella sua autonomia, mentre sul piano sociale si presenta come un’alterazione del manifestarsi del proprio modo di essere nelle relazioni familiari ed affettive, nonché nelle attività realizzatrici (relazioni interpersonali, di svago, sociali/culturali e di autorealizzazione).

Si tratta, quindi, di una modificazione peggiorativa dell’equilibrio psicologico e dello stile di vita nell'ambito dei rapporti sociali, della famiglia e degli affetti in ottica relazionale ed emotiva.

Tutto ciò, oltre alle riflessioni tecniche, denota una realtà comune e comprensibile anche ai meno esperti; cioè che ai nostri giorni l’ascesa della persona umana in quanto tale e del benessere anche interiore riveste una dimensione sempre più marcata nell’ambito delle attività realizzatrici di ogni individuo. 

La salute rimane e sarà sempre un tema caldo da affrontare e da garantire, senza dimenticare che ogni approccio professionale volto a realizzare una prestazione chiede una premessa e delle competenze “soft”, ovvero che l’utente non sia solo un dato o un numero ma una persona meritevole di tutela.