Il Gruppo Gamenet, il cui controllo appartiene a Trilantic Capital Partners, ha comunicato di aver chiuso il "primo semestre 2016 con una raccolta complessiva pari a circa 2,9 miliardi di Euro, in crescita dell'8,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tutti i segmenti di business hanno contribuito positivamente."

Di che cosa si occupa Gamenet? Di scommesse e gioco d'azzardo. "La rete Gamenet collega più di 48.000 apparecchi AWP (Amusement With Prize) note in Italia anche come Newslot, di cui oltre 4.000 gestiti direttamente, distribuiti da centinaia di partner commerciali in sale da gioco ed esercizi pubblici dislocati su tutto il territorio nazionale; Video Lottery, con più di 8.200 apparecchi installati in centinaia di sale da gioco dedicate in tutta Italia; scommesse e giochi online; la gestione diretta di sale da gioco di proprietà."

Le scommesse ed i giochi online sono gestiti tramite una società controllata che si chiama Intralot. Lo scorso 4 ottobre, La FGCI, Federazione Italiana Giuoco Calcio, guidata dal presidente Carlo Tavecchio, ha comunicato di aver sottoscritto un accordo di partnership con Intralot, che diventerà "Premium Sponsor delle Nazionali italiane di calcio fino a tutto il 2018."

Queste le dichiarazioni dei principali responsabili della FGCI.

Il Presidente della FIGC Carlo Tavecchio: "Diamo il benvenuto a Intralot tra i Premium Sponsor della Nazionale, con una partnership incentrata sui valori, visto che una parte fondamentale dell’accordo prevede l’impegno in attività sociali, rafforzando così il lavoro della Federcalcio nella promozione della cultura della legalità e per la diffusione di comportamenti consapevoli all’interno del mondo del calcio."

Michele Uva, Direttore Generale della FIGC: "Da oggi Intralot sarà partner della Federazione. È un marchio con cui abbiamo trovato subito affinità di valori, con l'intenzione di creare un percorso socio-educativo per combattere la ludopatia. Intralot ha dimostrato sensibilità su questi aspetti e la nostra partnership sarà un terreno comune dove potranno essere svolte attività congiunte."

Riassumendo, una società che fa delle scommesse online il proprio business e che sponsorizza la nazionale di calcio per far conoscere a più scommettitori il proprio marchio per farsi pubblicità ed acquisire più clienti, secondo i principali dirigenti della FGCI avrebbe siglato un accordo di partnership "per combattere la ludopatia"!

Non solo, la FGCI dichiara anche che "la partnership nasce come un progetto culturale fondato su valori autenticamente condivisi, nella convinzione che lo sport sia il modo migliore per parlare a tutti gli italiani e costruire una cultura del gioco consapevole e responsabile."

Insomma, entrambi gli attori sanno bene che questo accordo è eticamente sconveniente, soprattutto perché introduce al gioco anche possibili futuri "clienti" che oggi non hanno l'età per scommettere ma che tra qualche anno potranno farlo liberamente, ma hanno ritenuto che fosse per entrambi economicamente vantaggioso e così hanno cercato di coprire quello che molti definiscono una vera e propria porcata con il velo pietoso dello scommettere responsabilmente!

Ma è credibile tale affermazione? No. Ed a dimostrarlo è un'intervista ad Avvenire, di un altro membro della Federazione, Gabriele Gravina presidente della Lega Pro, che ha rifiutato un accordo di sponsorizzazione triennale offerto da GoldBet, concessionaria di scommesse sportive in Italia, del valore di 3 milioni di euro complessivi.

In pratica, una somma enorme se paragonata all’attività commerciale della Lega Pro che si aggira intorno ai 90mila euro l’anno.

Perché Gravina non ha accettato? Questo il motivo: «Ho pensato che la coerenza rispetto a certi valori fosse più importante. Ho detto alle società della Lega: vi debbo fare una comunicazione, capisco che perderemo e perderete dei soldi, ma mi appello alla vostra coerenza. C’è stato un pizzico di scetticismo, come lei può immaginare. Ma alla fine è passato il messaggio che volevo far passare, legato non a quanto stavamo perdendo in termini economici ma piuttosto a quanto volevamo, e vogliamo, comunicare in termini di credibilità rispetto ai nostri calciatori, ai nostri tifosi e anche ai nostri figli. Parliamo di una fetta importante del calcio italiano, con 60 club che appassionano 6 milioni di sostenitori..."

In compenso, Lega Pro ha fatto un accordo con l'Unicef, dando al campionato la seguente denominazione: Lega Pro per Unicef.

Giudicate voi la differenza.