"La decisione è sacrosanta", dichiara la Ong Mediterranea: "Se le autorità preposte indicano come porto sicuro quello di un Paese nel quale non si può andare perché si violerebbero leggi e convenzioni internazionali, allora ci si deve dirigere al porto sicuro più vicino al punto del soccorso".

Per tale motivo, avendo ricevuto come unica indicazione il porto di un Paese in guerra, la Sea-Watch 3 si è vista costretta a fare rotta verso il porto sicuro più vicino alla posizione del soccorso che è risultato essere Lampedusa, dove la nave rimane a disposizione delle autorità a circa 16 miglia dall'isola.

 

 

La Libia, d'altra parte non è un Paese in grado di offrire un porto sicuro...


Nel frattempo due sono le novità che riguardano l'ennesima vicenda che coinvolge Sea-Watch nell'opera meritoria di salvare naufraghi in difficoltà.

La prima è la seguente. A seguito delle numerose comunicazioni inviate dalla nave, da 3 giorni in mare senza l'indicazione di un porto sicuro, l'MRCC di Roma ha annunciato un controllo medico in assistenza ai naufraghi, che avverrà in acque internazionali davanti a Lampedusa.


La seconda è rappresentata dalla firma annunciata dal ministro dell'Interno italiano sul decreto che vieta "ingresso, transito e sosta alla nave Sea-Watch 3 in acque italiane, come previsto dal nuovo decreto sicurezza".

Documento che dovrà essere adesso approvato dai ministri dei Trasporti e della Difesa del Movimento 5 Stelle che, finalmente, avranno la possibilità di essere concretamente conniventi con la politica del segretario della Lega, supportandone così fattivamente la propaganda elettorale.