Care Amina e Aisha, vi chiameremo così perché i vostri veri nomi non li conosciamo. Vi dobbiamo chiedere perdono. Perdono per l’indifferenza globalizzata che vi ha fatto morire di sete nel deserto, al confine tra la Libia e la Tunisia.
Vi dobbiamo chiedere perdono perché, come umanità, abbiamo distolto lo sguardo da voi, una madre e una figlia di circa 6 anni, due persone migranti che cercavano solo un futuro migliore, o almeno possibile.Vi dobbiamo chiedere perdono perché nessuno vi ha teso la mano mentre percorrevate l’ultimo tratto di deserto che conduce al mar Mediterraneo. Da lì, sareste salpate su un barcone per cercare di raggiungere le coste dell’Europa. Un “viaggio della speranza” anche quello, ma pur sempre una speranza.E invece nessuno vi ha aiutate e voi siete crollate a terra, una accanto all’altra, la bocca riarsa dalla sete e dalla sabbia. Due vite infrante esposte alla furia arroventata del sole. Neanche un panno a coprire i vostri volti. L’unico conforto è stato quello di un cespuglio che vi ha offerto uno spicchio d’ombra. La natura è stata più pietosa dell’uomo.Vi dobbiamo chiedere perdono perché i vostri corpi esanimi sono rimasti per diverso tempo abbandonati, prima che un altro migrante li segnalasse alle guardie di frontiera e venissero trasferiti in territorio libico.Vi dobbiamo chiedere perdono anche a nome della politica che cerca costantemente soluzioni al dramma delle migrazioni, ma non sembra ancora averle trovate.Vi chiediamo perdono. E poi restiamo in silenzio. Pieni di vergogna.

Questo è l'articolo scritto da Isabella Piro e pubblicato sabato 22 luglio dall'Osservatore Romano. Un articolo che non riporta correttamente quanto accaduto come riassume questo passaggio: "nessuno vi ha teso la mano mentre percorrevate l’ultimo tratto di deserto che conduce al mar Mediterraneo".

In realtà, madre e figlia, nel deserto al confine tra la Libia e la Tunisia, le hanno lasciate i militari tunisini  che da settimane stanno rastrellando gli africani subsahariani presenti nel Paese, soprattutto a Sfax, scaricandoli al loro destino in quella terra di nessuno senza viveri, né acqua. Tutto avviene secondo le direttive del presidente tunisino Kais Saied con cui l'Unione Europea, grazie alla regia di Giorgia Meloni (da lei orgogliosamente rivendicata), ha siglato un memorandum per gestire/contenere, tra le altre cose, il flusso dei migranti verso l'Europa.

Lo scorso febbraio, il dittatore tunisino aveva fatto un discorso alla nazione in cui diceva di voler preservarne le origini islamiche (vi ricorda qualcuno?) dando il via a quella che negli ultimi tempi in Tunisia sta diventando una vera e propria caccia al nero, facendo oltretutto aumentare le partenze dei migranti che in tutti i modi cercano di sfuggire le deportazioni nel deserto.

Nell'Angelus odierno è arrivato in proposito l'appello del Papa: 

"Desidero attirare l’attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa. Migliaia di essi, tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di  disumanità. Il Signore illumini le menti e i cuori di tutti, suscitando sentimenti di fraternità, solidarietà e accoglienza". 

In attesa che il Signore provveda, anche il Papa però, nel frattempo, avrebbe potuto fare e potrebbe fare qualcosa di concreto... non tanto appellandosi all'umanità dei capi di Stato e di Governo, quanto mandandoli a fare in .... per la loro palese, evidente, acclarata, annunciata, affermata, dichiarata, urlata... disumanità.

Inutile appellarsi alla loro umanità quando hanno già ampiamente e ripetutamente agito in nome della disumanità.

Pertanto, ad esempio, fare il piacione seduto accanto ad una Meloni vestita da papessa e non dirle che stava contribuendo a far crepare la gente in mare impedendone il soccorso alle navi delle ong, non solo non è stato un bello spettacolo per la Chiesa, ma un invito a Meloni e a quelli come lei a continuare sulla stessa strada, come dimostra l'ennesimo schifoso memorandum d'intesa firmato dall'Ue con il dittatore tunisino Kais Saied.

Quindi, caro Papa, non basta appellarsi per lavarsi la coscienza, bisogna invece denunciare, accusare, incolpare... capi di Stato e di Governo, se si vuole fare qualcosa di concreto.