Quale potrà essere l'influenza dell'esito del voto siciliano sulle prossime elezioni politiche in Italia? Questa è la domanda che tutti si pongono. Domenica 5 novembre, la Sicilia rinnova il proprio "Parlamento" regionale. Il Partito Democratico ha battezzato il voto siciliano come voto locale, mentre tutti gli altri partiti lo ritengono importante anche per le indicazioni che può dare a livello nazionale.

Quel che è certo, almeno se verranno rispettati i sondaggi che indicano anche un possibile forte astensionismo, non è chi vincerà, ma chi perderà. È il Partito Democratico di Matteo Renzi che, viste le previsioni ed annusata la sconfitta, ha preso le distanze dal voto siciliano, collocandolo come marginale per le prossime politiche ed abbandonando a se stesso il proprio candidato a differenza degli altri in lizza, tutti sostenuti dai vertici dei rispettivi partiti e movimenti.

La dimensione della sconfitta del PD, al di là delle dichiarazioni del segretario del partito, potrà influenzare due aspetti relativi alle prossime politiche.

Il primo, sicuramente marginale, riguarda la data delle elezioni. Una sconfitta del PD potrebbe, molto probabilmente, accelerarla. Le camere, pertanto, potrebbero essere sciolte dopo l'approvazione della legge di bilancio, in modo da andare a votare già ai primi giorni di marzo.

Il governo, da alcuni giorni, non ha più ufficialmente una maggioranza, dopo che il gruppo Mdp lo ha notificato al capo dello Stato. I voti della sinistra radicale, determinanti al Senato, sono stati sostituiti dai voti dei senatori "verdiniani", che di volta in volta potranno barattare il loro appoggio in base alle convenienze politiche del momento. Una situazione borderline che non è spendibile elettoralmente neppure per i democratici, anche se - da quando c'è Renzi a guidarli - sono disposti a sostenere tutto e l'esatto contrario.

L'altro elemento che potrà influenzare il voto nazionale ha sempre a che fare con il PD. Renzi, in Sicilia, ha scelto di allearsi con Alfano: i centristi sono stati preferiti alla sinistra che, a sua volta, si è presentata alle regionali promuovendo Fava come candidato. Se il risultato delle urne dovesse essere disastroso, è difficile non credere che i democratici, sia a livello nazionale che locale, non mettano in discussione la linea del segretario PD che, seppur utilizzando tutti i tatticismi possibili ed immaginabili, finora ha dato l'impressione di aver già escluso la possibilità di presentarsi alle politiche con un'alleanza di sinistra... sperando comunque di poter imbarcare il Campo progressista di Pisapia che, ogni giorno che passa, dà l'idea di essere sempre più confuso e di non aver ancora capito che, a livello nazionale, non è possibile ripetere l'esperienza locale di Milano che gli ha permesso di diventar sindaco.

In attesa delle reazioni post elettorali che chiariranno la veridicità o meno delle ipotesi sopra elencate, di seguito un breve memorandum sul voto odierno.

In Sicilia si vota per l'elezione diretta del Presidente della Regione ed il rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana. Le elezioni si svolgono in un unico giorno, non è previsto il doppio turno.

La scheda di votazione è unica e l'elettore dispone di due voti, uno per la scelta della lista regionale, il cui capolista è candidato alla carica di Presidente della Regione, l'altro per la scelta della lista provinciale dove l'elettore può esprimere la preferenza anche per uno dei candidati alla carica di Deputato regionale compreso nella lista medesima. 70 è il numero dei deputati che verranno eletti. 62 sono i seggi che saranno assegnati in ragione proporzionale nei collegi elettorali, quarantadue il numero massimo dei seggi attribuibili al fine di agevolare la formazione di una maggioranza stabile.

In Sicilia si vota fino alle 22. Lo scrutinio dei voti inizierà, però, dalle 8 di lunedì. Pertanto, una volta chiuse le urne, domenica sarà possibile conoscere solo i dati previsionali degli exit poll. Per il risultato definitivo bisognerà attendere circa 12 ore.