Il 2020, è conclamato, passerà alla storia per via di questa pandemia globale chiamata Coronavirus piombata all’improvviso sulle nostre teste lasciandoci prima perplessi e poi attoniti, una sorta di spada di Damocle che ci fa sentire sospesi in un limbo dove il momento è più che mai concentrato nel proverbiale hic et nunc dei latini, nel qui e ora contemporaneo.
In questo limbo riesco a scorgere quella che a me appare genialità, creatività, e bravura, di un artista sconosciuto... mi appare, soprattutto il suo senso del colore.
L'arte è fatta non solo dai grandi nomi, ma anche da quelli invisibili che magari tramandano con il proprio linguaggio, stilemi e motivi di un maestro.
Decido di contattarlo per saperne di più.
John Lasserre (Parigi 1983) è un artista poliedrico: pittore, illustratore e scultore.
Vive e lavora a Nantes May da oltre 12 anni raccontando, mediante l’arte, storie, ispirazioni e sensazioni.
Le figure che incontra lungo il proprio cammino e le conseguenti sensazioni e i sentimenti che scaturiscono dalle relazioni rappresentano per l’artista le principali fonti di ispirazione per le sue opere.
«Quando trovo le cose che mi interessano - afferma - le prendo e poi le compongo. Ogni cosa è precaria ma, prima del punto di rottura, c’è la possibilità di un ritorno alla vita».
«Quelle mascherine che coprono i volti delle donne che dipingo sono la voce ora delle nostre paure ma anche della nostra voglia di normalità».
Ed è così che John Lasserre,con i colori che trova per caso, imbratta e poi inizia a dipingere, ad armonizzare il tutto. E quasi ti fa sentire l’odore del colore anche a miglia di distanza.
Sono convinta che solo gli esseri sensibili percepisco ciò che può chiamarsi arte e solo coloro che hanno un cuore possono pensare di varcare quello che l’occhio comune non vede.
Nei suoi dipinti ho scorto cavalli che sembrano danzare una corsa furiosa ma sopratutto, volti di donna ,tanti,ma un’anima forse.
Lo stesso pittore non lo sa. Non può saperlo. Ne ha una vaga idea. Dentro di sé, riesce a vederla. Forse riesce anche a descriverla con parole sue. Ma il processo della pittura è variabile come le onde di un oceano in tempesta. La composizione richiede tempo, pazienza, amore, passione.
I pittori poco conosciuti sono diversi. Non si fanno spesso pubblicità. Forse non sono neanche capaci come quelli più famosi. Ma intanto prendono un pennello, lo riempiono di colore, e vanno a comporre il mondo che portano dentro,anche loro sulla tela.
Non la chiameranno Arte con la A maiuscola, ma la pittura resta prima di tutto un processo di passione, armonia, energia.
Nei sui quadri Lasserre dipinge la storia della pandemia mondiale e di cui è, come tutti noi, protagonista inconsapevole.
Un infermiere Donna con il volto coperto da una mascherina,ma a rigarle il viso non sono i segni della fatica ma le lacrime.
Simbolo di dolore per aver dovuto svolgere il ruolo di Caronte ma anche di rinascita.
Un pittore invisibile è il testimone del nostro tempo.
«Non è vero che questa epidemia sta tirando fuori il peggio di noi, dice inoltre, forse tirerà fuori il meglio. Stare da soli a casa ci costringe ad essere noi stessi... provo a dipingere quello che è il mio essere attraverso il volto di donne bellissime. La loro anima è ricca di tante storie perché l'amore quello vero solo loro riescono a donarlo veramente. Provo a sognare, ad accettare che anche domani sarò solo con me stesso È dura, ma lo facciamo per noi e anche per gli altri. Alla fine un pittore non è altri che una persona che sta sola, chiusa in casa, a mostrare se stesso. Se stesso nel mondo».
E la pittura diviene un modo per sentirsi uniti e contrastare un nemico violento e inarrestabile, riempiendo quella monotonia a cui non siamo abituati.
E come Modigliani, mi confessa, non dipinge mai gli occhi delle sue modelle, almeno finché non è in grado di capirne l’animo.
Si tratta sempre di donne sicure di sé di fronte ad una metropoli intimidatoriamente grande e rassegnata alla propria alienazione.