Mercoledì, la Camera ha approvato in via definitiva, con 199 voti favorevoli e 102 contrari, il disegno di legge recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare. Si tratta dell'approvazione del ddl a firma del ministro della giustizia, con cui Carlo Nordio ha eliminato il reato di abuso d'ufficio e modificato la disciplina delle intercettazioni.

Una riforma utile alla Giustizia? Difficile crederlo, visto il potenziale indebolimento dei meccanismi di controllo sulla pubblica amministrazione e la lotta alla corruzione, senza dimenticare la stretta sulle intercettazioni che potrebbe avere un impatto negativo sulla lotta alla criminalità e alla corruzione.

Così, in dichiarazione di voto l'ha commentata Federico Cafiero de Raho che, oltre ad essere un parlamentare 5 stelle, è anche stato procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo... per cui qualche titolo per darne un giudizio ne ha:

"Questa riforma non serve alla giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico, e, con i divieti di pubblicazione, occasioni di conoscenza dei sistemi illegali, che continueranno ad operare silenziosamente e dietro lo schema apparente della protezione della privacy.Con l'abrogazione del delitto di abuso di ufficio questo Governo ci porta indietro di oltre 200 anni, come ho già detto ripetutamente. La propaganda politica di questa maggioranza di destra ha voluto far credere che l'abrogazione del delitto di abuso d'ufficio sia un'esigenza manifestata dai sindaci. Ciò non corrisponde alla realtà. I sindaci, quelli che rispettano le regole e operano in territori di mafia, hanno nel reato di abuso una tutela. Hanno potuto dire fino ad oggi, anche agli uomini di ‘ndrangheta che pretendono favoritismi e vantaggi, che non è possibile violare le regole, perché si incorre nel reato di abuso d'ufficio. Le regole scritte e sanzionate severamente sono la protezione dei sindaci.Ma il reato di abuso d'ufficio non si rivolge solo ai sindaci, si rivolge al cittadino, lo protegge dai favoritismi verso amici, parenti o clienti nei concorsi pubblici; protegge dalla devastazione del territorio e dell'ambiente, ostacolando il rilascio di concessioni edilizie, sanatorie e provvedimenti autorizzativi in violazione delle norme precettive e vincolanti; protegge dagli abusi nelle liste d'attesa della sanità; protegge in ogni caso in cui il potere pubblico distribuisce un servizio in modo illegale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Dopo la modifica introdotta dal Governo Conte nel 2020, le specifiche restrizioni nell'ambito di rilevanza penale delle condotte tipiche hanno soddisfatto le esigenze dei sindaci e le iniziative penali sono diminuite clamorosamente. La Corte di Cassazione ha escluso che possa ricorrere il delitto nei casi in cui vi sia violazione di norme che contengono principi generali, procedimentali, o che lasciano spazio all'esercizio di discrezionalità amministrativa o tecnica.E poi la riforma Cartabia, che ha imposto che il pubblico ministero deve chiedere l'archiviazione, laddove non vi sia una ragionevole previsione di condanna. Avviso Pubblico ha ricordato che la cancellazione del reato ci porta fuori dall'Europa e abbassa il livello di tutela dei cittadini. Tra il 1997 e il 2020, sono state pronunciate circa 3.600 condanne. Un quadro di piccoli e grandi episodi di malaffare, che questa maggioranza non può ignorare e che saranno cancellati e che da domani saranno consentiti, così la regola della punizione del malaffare si trasforma nella regola del malaffare. Perché ci sarà, come tuttora c'è, chi, privo di etica pubblica, la riterrà più conveniente, ma da domani non incorrerà in alcuna sanzione, Presidente. È molto grave quel che sta avvenendo e, purtroppo, ciò avviene sotto il silenzio della stampa, che non continua a inneggiare contro questa abrogazione, che è gravissima.L'abuso d'ufficio è un reato spia, lo hanno detto tutti gli auditi, sia per il sistema della corruzione sia per le infiltrazioni mafiose sia per le illegalità commesse nello sviluppo degli appalti. E, d'altro canto, di questo è pienamente consapevole Fratelli d'Italia, che ieri sera, nell'esame dell'ultimo ordine del giorno, per non partecipare al voto, ha tolto la scheda. E oggi mi rivolgo a quelle stesse persone, che devono essere coerenti e votare contro l'abrogazione dell'abuso d'ufficio.Ma non solo l'abuso d'ufficio, il Governo interviene sul reato di traffico di influenze illecite, che è il tipico reato di faccendieri, di mediatori della corruzione, escludendo il reato quando è finalizzato all'ottenimento di utilità diverse da quelle economiche, come prestazioni sessuali o promesse carrieristiche o vantaggi di altra natura, e ciò in aperta dissonanza con la disciplina disposta dal nostro codice penale per i reati di corruzione. Per la consumazione del reato di corruzione è sufficiente qualsiasi vantaggio o utilità, non necessariamente economica, quindi.Con l'abrogazione dell'abuso di ufficio e la rimodulazione del traffico di illecita influenza, si violano la Convenzione di Merida e la Convenzione europea sulla corruzione, che sono state ratificate dall'Italia e impongono figure di reato conformi a quelle da esse indicate. Con questa legge si viene meno all'imperativo costituzionale dell'articolo 117 della Costituzione, laddove si dice che la potestà legislativa dello Stato deve osservare gli obblighi internazionali.L'abrogazione del delitto di abuso di ufficio e la riformulazione del traffico di influenze illecite si aggiunge alla mancanza di norme adeguate in tema di conflitto di interessi e alla totale assenza di una legge di regolamentazione dell'attività delle lobby. Ricordiamo che ben 97 parlamentari, secondo notizie di stampa, hanno partecipazioni in aziende e in consigli di amministrazione, cioè sono portatori di interessi privati. Ciò mentre l'Italia resta, insieme alla Slovenia e all'Ungheria, l'unico Paese in Europa a non avere una legge per disciplinare le lobby. Questa maggioranza dice “no” a una legge sulle lobby e dice “sì” ad una legge che favorisce la proliferazione di illegalità del potere pubblico. Si tratta di un regalo di impunità alla vasta platea dei lobbisti illegali e più spregiudicati e per i pubblici amministratori collusi.Questa legge, da un lato, protegge i colletti bianchi e i mediatori della corruzione, dall'altro, silenzia la stampa, con un nuovo argine alla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni. Esso viene vietato, quando non sia riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento. Ma qual è il significato di questa norma? Impedire la conoscenza dei contenuti delle indagini? La conoscenza è alla base della democrazia. La libertà di stampa è un diritto fondamentale: i regimi autoritari controllano le informazioni, le democrazie agevolano la diffusione delle conoscenze.Le norme previste in questa riforma hanno un comune denominatore: rendere più difficili le indagini sui reati dei colletti bianchi, non solo eliminando il baluardo di legalità del reato d'abuso d'ufficio e rimaneggiando il traffico di influenze illecite, ma anche riducendo la pubblicazione delle intercettazioni e rendendo queste meno efficaci. E sì, meno efficaci. Perché si rendono effettivamente meno efficaci, quando si impone al personale di Polizia che procede all'ascolto di non trascrivere le conversazioni che coinvolgono persone diverse dagli indagati e che appaiono, in quel momento, irrilevanti. Questo significa indebolire il sistema delle indagini e non consentire un'analisi approfondita delle acquisizioni. Costringere all'immediata obliterazione significa contrastare anche il principio della libera valutazione del giudice, del libero convincimento che si basa sulla selezione e la valutazione di tutto il quadro acquisito, che non può essere selezionato dall'ufficiale di Polizia giudiziaria che ascolta le indagini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che, casomai, ha sostituito, in quel momento, un altro collega e non conosce qual è il complesso delle risultanze investigative!Appare evidente, quindi, che ci troviamo di fronte a rilevanti ostacoli allo sviluppo effettivo delle indagini. Ecco cosa determina questa riforma, ma è chiaro, a questa maggioranza, che non solo le Forze dell'ordine e la magistratura devono occuparsi delle illegalità? È chiaro che è compito della politica, del Governo, del Parlamento impegnarsi per individuare strumenti di contrasto all'illegalità sempre più efficaci, in modo da tutelare i cittadini?Le nuove leggi smantellano il sistema di contrasto alla corruzione e riducono l'efficacia delle indagini, limitando sempre più l'utilizzazione delle intercettazioni, cioè eliminando gli strumenti di difesa dei cittadini e i presìdi di legalità. Con questo Governo vengono diffusi messaggi devastanti per la legalità. Il Presidente della Repubblica, nel suo messaggio di insediamento, parlò di dignità: dignità di un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, ma, soprattutto, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Ma a chi è rivolta questa parte del suo discorso, se non a noi, se non alla politica, che non possiamo far finta di non vedere? Sembra proprio che stia facendo finta di non vedere ciò che sta avvenendo in tutto il Paese, con arresti per delitti di corruzione e voto di scambio quasi ogni settimana. Ma non dobbiamo prendere atto di tutto questo? Non dobbiamo, in qualche modo, dotarci degli strumenti utili? Una cultura effettivamente garantista non può abbandonare il cittadino, lo deve proteggere".