In un vertice straordinario che ha riunito i leader di tredici Paesi europei (presenti anche von der Leyen e Costa), oltre a quelli di Canada e Turchia, il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha delineato una ambiziosa roadmap che dovrà garantire la sicurezza dell'Ucraina e del continente europeo, definendo il momento attuale come un "bivio della storia".

L'incontro, focalizzato sulla collaborazione internazionale, ha prodotto come risultato la volontà di dar corpo ad una proposta concreta per sostenere Kiev, arrivare ad un piano di pace ed evitare future aggressioni russe.  

Starmer ha annunciato che Regno Unito, Francia e "forse" altri Paesi alleati collaboreranno con l'Ucraina per sviluppare un piano mirato a fermare il conflitto. Questo progetto, già in fase di definizione, sarà poi discusso con gli Stati Uniti per assicurare un sostegno nell'ambito transatlantico: "L'obiettivo è unire le forze per una soluzione duratura, non una tregua temporanea", ha chiarito il premier britannico.  

Questi i quattro punti chiave che sono stati condivisi tra i partecipanti al vertice:  

  1. Supporto Militare Continuato. Gli alleati rinnovano l'impegno a inviare armi e equipaggiamenti all'Ucraina. In quest'ottica, il Regno Unito ha annunciato un pacchetto da 1,6 miliardi di sterline (2,01 miliardi di dollari) per l'acquisto di nuovi missili per  rafforzare la capacità difensiva di Kiev.  

  2. Kiev al Tavolo delle Trattative. Nessun accordo di pace sarà negoziato senza la partecipazione diretta dell'Ucraina, principio ribadito come "non negoziabile".  

  3. Dissuasione di Future Invasioni. I leader europei si impegnano a creare meccanismi politici ed economici per scoraggiare nuovi attacchi russi.  

  4. Coalizione dei Volenterosi. Una partnership multilaterale, guidata da Paesi europei, ma aperta a partner globali, avrà il compito di difendere l'Ucraina e sostenere la stabilizzazione post-conflitto.  

Starmer ha evidenziato che l'Europa deve "fare la parte del leone" nel garantire la pace, ma ha ammesso che qualsiasi piano richiederà l'appoggio degli Stati Uniti, sia in termini strategici che finanziari. "Senza Washington, gli sforzi rischiano di essere frammentati", ha osservato, auspicando un dialogo rafforzato con l'amministrazione Biden.  

I colloqui con gli Stati Uniti si concentreranno  sulla possibilità che Washington fornisca una rete di protezione al mantenimento della pace da parte dei peacekeeper europei, possibilmente sotto forma di copertura aerea, intelligence, sorveglianza e altro, nel caso la Russia cercasse nuovamente di conquistare più territorio.

Ma per ottenere un accordo con Trump è fondamentale che le nazioni europee aumentino la spesa per la difesa (dato come acquisito in una dichiarazione a fine  vertice da parte del segretario generale della NATO, Rutte) e diano il segnale che prenderanno parte a qualsiasi missione di mantenimento della pace, un aspetto su cui Starmer ha riconosciuto che sarà difficile ottenere l'unanimità.

"Il Regno Unito e la Francia sono i paesi più avanzati in questo senso ed è per questo che il presidente Macron e io stiamo lavorando a questo piano, che poi discuteremo con gli Stati Uniti", ha affermato, aggiungendo di non ritenere che Zelensky, venerdì, abbia fatto nulla di sbagliato.

Il governo ucraino ha accolto con favore gli annunci, definendoli "un segnale di speranza". Restano tuttavia aperte le questioni sui tempi di attuazione e sulla reazione del Cremlino, che ha già bollato il summit come "provocatorio".  

Riassumendo quanto prodotto oggi nel vertice che si è svolto nel Regno Unito, i Paesi partecipanti pensano di ricordare agli Stati Uniti, cioè a Trump, che tra loro esiste un patto di alleanza e che il nemico da fronteggiare è la Russia di Putin. Pare però una pia illusione, visto che Trump ha ormai deciso che il suo nuovo alleato è la Russia di Putin, che l'Unione europea è un nemico da disgregare e che il conflitto in Ucraina è un'ottima leva (anche se non l'unica) per raggiungere tale obiettivo.

Un riassunto fuori dalla logica? Sembra proprio di no in base alle dichiarazioni rilasciate oggi dai "servi" di Trump mentre era in corso il vertice.

Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump, alla CNN: "Abbiamo bisogno di un leader che possa trattare con noi, trattare con i russi a un certo punto e porre fine a questa guerra. Se diventa evidente che il presidente Zelensky, per motivi personali o politici, si discosti dalla volontà di porre fine ai combattimenti nel suo Paese, allora credo che abbiamo un vero problema".

Marco Rubio, segretario di Stato, alla ABC: "Nessuno qui sostiene che Vladimir Putin otterrà il Premio Nobel per la Pace. Dobbiamo capire: c'è un modo per fermare la guerra? L'unico modo per farlo è coinvolgere i russi nei negoziati. C'è bisogno che tutti maturino la comprensione che questa è una guerra sbagliata che sta andando in una cattiva direzione". 

Mike Johnson, leader repubblicano della Camera dei Rappresentanti, alla NBC: "O Zelensky torna alla ragione e al tavolo dei negoziati con gratitudine, oppure qualcun altro deve guidare il paese [l'Ucraina, ndr] per farlo". Una dichiarazione che fa eco a quella di Lindsey Graham, senatore repubblicano che fino alla scorsa settimana era acceso sostenitore del presidente ucraino, che venerdì ha dichiarato – secondo quanto riportato dal'agenzia di stampa France Presse – che o Zelensky cambia "profondamente atteggiamento o deve andarsene".