Prima di portare l'assalto finale, i terroristi delle Forze di Difesa dello Stato ebraico hanno massacrato 50 persone in un attacco aereo su un edificio vicino all'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza. Secondo il direttore dell'ospedale e il Ministero della Salute di Gaza, nell'attacco sono rimasti uccisi anche cinque membri del personale ospedaliero.

Successivamente, carri armati israeliani, protetti dalle mitragliatrici dei quadricotteri, sono avanzati verso l'ospedale mentre gli ordigni esplosivi, piazzati in precedenza, venivano fatti esplodere, facendo saltar via i cancelli a protezione degli ingressi della struttura.

A quel punto i militari israeliani, con gli altoparlanti, hanno intimato la completa evacuazione dell'ospedale - medici, infermieri, feriti e pazienti - entro 15 minuti. 

Decine di malati e feriti sono stati costretti ad abbandonare la struttura e a radunarsi nel cortile, senza neppure essere adeguatamente vestiti per ripararsi dal freddo. L'esercito israeliano ha poi ha fatto irruzione all'interno dell'ospedale Kamal Adwan.

Ad Al Jazeera, la dottoressa americana Mimi Syed, medico di pronto soccorso attualmente alla sua seconda missione a Gaza, ha dichiarato che l'ordine dell'esercito israeliano di evacuare l'ospedale Kamal Adwan significa la "fine dell'umanità" nel nord della Striscia, poiché nessuna struttura sanitaria sarà più operativa in quell'area.

Syed ha detto che alcuni dei pazienti ricoverati hanno necessità di cure e altri del supporto costante di apparecchiature che non possono essere utilizzate al di fuori dell'ospedale, facendo presente che la maggior parte di loro sono pertanto destinate a morire.

Syed ha poi aggiunto che i pazienti che riusciranno a sopravvivere arriveranno forse all'ospedale al-Shifa di Gaza City e all'ospedale Al-Aqsa di Deir el-Balah, chiedendosi come potranno essere curati considerando le attuali condizioni in cui si trovano quelle strutture.

Successivamente i terroristi dell'esercito dello Stato ebraico hanno dato alle fiamme l'intera struttura ospedaliera.

Quanto descritto non è guerra, sono crimini contro l'umanità che richiedono una condanna e un'azione immediata di coloro che pretendono di definirsi rappresentanti e custodi del diritto internazionale umanitario.

Ma quei presunti leader, personaggi il cui spessore umano riesce addirittura ad essere inferiore al già infimo spessore culturale e tecnico, non faranno assolutamente nulla per fermare il genocidio in corso, salvo cercare di giustificarlo.




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