"Siamo sulla strada per l'inferno climatico", è quanto ha dichiarato il segretario generale dell'Onu António Guterres, all'apertura dei lavori della conferenza sul clima COP27 di Sharm el-Sheikh.
"Il tempo stringe", ha detto Guterres. "Stiamo lottando per le nostre vite e stiamo perdendo".
"Le emissioni di gas serra continuano a crescere, le temperature globali continuano ad aumentare e il nostro pianeta si sta rapidamente avvicinando al punto di non ritorno, che renderà irreversibile il caos climatico".
"Siamo su un'autostrada per l'inferno climatico con il piede ancora schiacciato sull'acceleratore".
Guterres ha ricordato che la guerra in Ucraina e altri conflitti hanno avuto "ripercussioni drammatiche" in tutto il mondo, ma "non possiamo accettare che la nostra attenzione non sia focalizzata sul cambiamento climatico", perché la soluzione non è quella di adattarsi ai crescenti eventi catastrofici che causano sofferenza in tutto il mondo, i danni "non possono più essere nascosti sotto il tappeto".
I paesi in via di sviluppo che hanno contribuito meno alla crisi climatica sono presi alla sprovvista dalle conseguenze del cambiamento climatico, "per le quali non hanno sistemi di allerta o mezzi per affrontarne e mitigarne le conseguenze". Per questo Guterres ha chiesto un sistema di allerta universale entro cinque anni, finanziato con gli extra profitti delle società che operano con i combustibili fossili.
"Rindirizziamo quei soldi alle persone che lottano con i prezzi del cibo e dell'energia e ai paesi che subiscono perdite e danni causati dalla crisi climatica".
The impacts of climate change are here now, and the loss & damage they cause can no longer be ignored.#COP27 must agree on a clear, time-bound roadmap reflective of the scale and urgency of the challenge.
— António Guterres (@antonioguterres) November 7, 2022
It's a moral imperative and a question of solidarity & climate justice pic.twitter.com/YEJXFd7QFF
Come già ci dice questa introduzione, non è che i temi sollevati da Guterres siano molto diversi da quelli della COP26, tutt'altro. La vera novità è che nell'ultimo anno, la situazione globale sta peggiorando, con il livello dei mari che continua a salire più velocemente e le ondate di calore sono in aumento.
Ed è per questo che gran parte degli scienziati adesso è molto dubbiosa, oltre che preoccupata, della possibilità che possa essere raggiunto l'obiettivo di impedire che le temperature globali aumentino di oltre 1,5° C entro il 2050.