I misteri del capitalismo e del presunto benessere riguardano tutti i Paesi alla stessa maniera, anche quelli dove lo sviluppo economico è controllato da un regime comunista, come la Cina. 

Infatti, quando la Cina fondava gran parte della propria crescita sull'agricoltura e non era pertanto una nazione ricca, fare figli non era un problema. 

Però nel momento in cui lo sviluppo economico ha iniziato a migliorare le condizioni di vita delle persone e la mortalità infantile a diminuire, allora fare figli avrebbe potuto minacciare la sostenibilità della crescita. Quindi il governo di Pechino è intervenuto e nel 1979 ha imposto che ogni nuova famiglia non potesse avere più di un bambino. 

Migliorando le condizioni economiche il numero di nuovi figli è iniziato a diminuire e la limitazione, nel 2016, è stata portata a due. Adesso, è di oggi la notizia che le coppie cinesi potranno avre fino a tre figli.

L'annuncio è arrivato dopo che i dati dell'ultimo censimento hanno mostrato un forte calo dei tassi di natalità. Ma questo potrà cambiare la tendenza in atto? Se Pechino non metterà mano ad altri provvedimenti, sicuramente no. 
Infatti, il costo della vita in Cina, specialmente nelle grandi città, è molto alto, così già poter mantenere due figli è complicato... figuriamoci tre! E tra i costi da affrontare che scoraggiano le famiglie a far figli vi è il costo per l'educazione.

In base al censimento condotto porta a porta alla fine del 2020, i cui dati sono stati resi noti all'inizio di questo mese, sono stati circa 12 milioni i bambini nati in Cina nel 2020, una diminuzione significativa rispetto ai 18 milioni del 2016 ed è il numero più basso di nascite registrato dagli anni '60.