«La Boldrini dice:"Primi atti (Trump) sono allarmanti". Con tutto rispetto, questi invece, verso la donna, sono rassicuranti?»

Nella sintassi consentita dalla necessità di sintesi di twitter, Rita Pavone, forse dopo tutti questi anni non ancora dimentica dell'interpretazione di Giannino Stoppani, si è avventurata in una similitudine tra le scelte di Trump sul divieto di ingresso negli USA per alcuni cittadini provenienti da paesi islamici, con quanto accade in alcuni paesi di stretta osservanza islamica (foto dove una donna viene colpita con una verga), chiedendo alla "presidenta" della Camera Boldrini che si era espressa contro il neo presidente americano, se non avesse qualcosa da dire anche al riguardo.

Scandalo. Rita Pavone attacca la Boldrini. Non era così. La cantante piemontese spiega e precisa:

«Se c'è una cosa che detesto è il venire usata. Le battaglie in cui credo le porto avanti da sola. Non delego nessuno. Dico questo perché sul mio profilo twitter ho pubblicato un video di violenza sulle donne, esprimendo il mio pensiero sulla gravità di quanto rappresentato riagganciandomi ai provvedimenti presi recentemente dal Presidente Trump.

Come spesso accade purtroppo, forse solo per il desiderio di creare rumore a tutti i costi, il mio tweet è stato completamente travisato e addirittura trasformato dal quotidiano Libero in un attacco quasi personale alla Presidente della Camera Laura Boldrini. Cosa assolutamente non veritiera.

L 'espressione di una idea, di un proprio pensiero, detto in modo pacato ed educato, non significa certo offendere chi non la pensa come noi e chiunque leggerà il tweet da me postato, verificherà di persona che nessun attacco o offesa conteneva né nei confronti della signora Boldrini, né di altri.»

La cantante torinese, una delle più incredibili interpreti della musica italiana oltre che ottima attrice, ha sperimentato uno dei tanti aspetti dell'attuale post verità, che in realtà è sempre esistita in funzione, da parte della stampa, della necessità di trovare sempre e comunque una notizia che potesse far scalpore. Adesso le è stato cambiato solo il nome, ma la sostanza è sempre rimasta la stessa.

In fondo, se Hearst non avesse pubblicato notizie anche banali travisandole e stravolgendole in modo che diventassero interessanti e sensazionali, come sarebbe potuto diventare uno di più grandi gruppi editoriali al mondo?