E perché non augurare buon Natale anche a Salvini e a quelli come lui?
Le parrocchie di Gello, delle Quattro Strade e di Lavaiano, insieme a quella di Perignano formano la zona pastorale di Perignano, frazione del Comune di Casciana Terme Lari, in provincia di Pisa.
Il "pastore" delle quattro parrocchie è don Armando Zappolini che, insieme all'attività di parroco, svolge anche quella di operatore sociale per CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, e portavoce della campagna Mettiamoci in Gioco, contro i rischi del gioco d'azzardo.
Don Armando è balzato, come si dice in questi casi, agli onori della cronaca per aver allestito, in maniera volutamente provocatoria, un presepe con la capanna realizzata come se fosse allestita in un cassonetto dell'immondizia, circondata anche da alcuni cartelli.
Su uno è scritto: "Volete trovare Gesù? Cercatelo nella spazzatura". Su di un'altro, si ricorda perché: "Avete mandato via tutti: poveri, Rom, migranti. Nel vostro presepre non c'è rimasto nessuno; solo l'asino e il bue." Su di un altro, si ricordano, simbolicamente, alcuni luoghi dove ciò è avvenuto.
A Cascina, con il Comune che dà i soldi ai rom per andarsene e poi butta giù la baraccopoli.
A Lodi, dove è stata negata la mensa ai bimbi delle famiglie straniere.
A Crotone, dove a causa del decreto sicurezza 24 migranti sono stati cacciati dal centro di accoglienza e messi per strada.
A Modena, dove al compleanno di un bimbo autistico si presenta un solo compagno di scuola.
Negli anni '70, l'iniziativa di don Armando Zappolini sarebbe rientrata nella normalità e nessuno ne avrebbe parlato. Nel 2018, invece, parlare di accoglienza, persino a Natale, appare quasi incredibile, se non paradossale, tanto da meritare un servizio su un quotidiano locale.
E se qualcuno si azzarda a parlare di accoglienza e viene ripreso dai media, magicamente le sentinelle di colui che si è proclamato a baluardo del primato dell'italianità allertano prontamente il capo (o se preferite capitano), tra l'altro ministro dell'Interno della Repubblica, che prontamente interviene per "bacchettare" il reprobo di turno.
E stavolta, ovviamente, è capitato a don Armando Zappolini finire nel mirino della retorica elementare e becera (peraltro perfettamente in linea con il personaggio) di Matteo Salvini, che così ha pontificato: «Pensavo di aver visto tutto.
Questo prete mette Gesù... nella spazzatura, contro "le ruspe nei campi Rom, i porti chiusi, la gente abbandonata". Roba da matti.
Forse, più che fare il sacerdote doveva mettersi in politica. Chissà se i parrocchiani sono contenti.»
Naturalmente i parimenti beceri devoti del ministro, i baciapile del cambiamento, i fascisti di ritorno dei giorni d'oggi, hanno pensato bene di supportare il loro "duce" facendo a gara nell'inveire contro il prete, contro il papa e contro la religione che professa, naturalmente senza avere la minima idea di cosa sia il cristianesimo e di cosa sia scritto nei vangeli.
Ed in fondo è normale, non c'è da stupirsene... altrimenti non sarebbero seguaci di Salvini.
In ogni caso, è giusto augurare buon Natale anche a loro, ai poveri in spirito (infatti, non sono anche loro - soprattutto loro - beati?) e al loro "capitano" che li rappresenta, anche se ostacolano coloro che si adoperano per salvare i naufraghi, se si rifiutano di accogliere le persone recuperate in mare, se mettono per strada quelle che un tetto lo avevano...
Auguri di buon Natale.