Mentre si avvicinava a passo deciso, con un piede che guardava Milano e l'altro Palermo, e andatura caracollante, tipo bullo di quartiere, alla premier Giorgia Meloni mancavano tre cose: lo Stetson ben calcato in testa, il cinturone con due Colt ai fianchi e la musica da Spaghetti Western di Ennio Morricone.

Non appena si è parata davanti al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che apriva la fila delle autorità che si erano allineate per i saluti istituzionali di rito, Giorgia si è ingrugnata per sembrare ancor più feroce e mentre gli stringeva la mano ha detto:

"Presidente De Luca... que'a stronza de'a Meloni. Comme sta"?

"Benvenuta... bbene..." le uniche parole pronunciate da De Luca che è sembrato sorpreso, quasi intimidito, dal cipiglio di Giorgia "Clint Eastwood" Meloni, nonostante le sue dimensioni siano forse un quarto rispetto a quelle dell'originale.

Questa è la fotografia del racconto politico della giornata. Possano anche scoppiare la terza e la quarta guerra mondiale nello stesso istante, oggi, in Italia non si parlerà d'altro.  

Oggi la premier, per evitare di commemorare le vittime della strage neofascista di Piazza della Loggia, aveva organizzato un'inaugurazione a Caivano, eletto feudo della propaganda (post) fascista di FdI, per acquisir consensi in vista delle europee. 

Il presidente della Campania non poteva mancare per dover istituzionale e la Meloni lo ha salutato così per ripagarlo di un precedente commento espresso su di lei da De Luca, però privatamente, "rubato" a sua insaputa.

Naturalmente, per certa stampa e per certa gente, da cui certa stampa proviene e di cui si fa portavoce, la premier che si comporta da "bburina", con due bi, va celebrata per il resto dei secoli a venire per l'impresa di cui si è resa protagonista.

Per le gente normale, per coloro che stupidamente ancora credono che chi venga eletto o nominato ad un incarico istituzionale (che nel caso del presidente del Consiglio rappresenta addirittura l'intera nazione) debba ricoprirlo con disciplina e onore, quanto messo in scena oggi da Meloni è forse il punto più basso dei tanti del suo mandato.

Ma da una (post) fascista  che è convinta che governare abbia lo stesso significato di comandare non c'è da aspettarsi molto di più.

Per la cronaca. Alla Meloni giravano anche perché De Luca continua ad incalzarla sui fondi di coesione che lei da tempo distribuisce con tanto di cerimonie a tutte le regioni, soprattutto a quelle governate da giunte di destra o estrema destra... meno che alla Campania. Così il presidente di quella regione aveva anticipato la passarella elettorale della premier:

"FONDI DI COESIONE, IL GOVERNO HA ABBANDONATO LA CAMPANIA: IO MI VERGOGNEREI AL POSTO LORO"La Campania è un territorio meraviglioso, ma fragile. Avremmo avuto bisogno per questo di un’attenzione e di una sensibilità profonda da parte del governo nazionale. Avrebbe avuto il dovere, il governo nazionale, di siglare per primo l’Accordo di Coesione con la Regione Campania per l’uso dei Fondi Sviluppo e Coesione.Avevano il dovere di farlo.Sono stati e sono ancora oggi degli irresponsabili. Sinceramente, io al loro posto mi vergognerei. Non c’era bisogno del bradisismo nei Campi Flegrei per sapere quanto sia a rischio il territorio campano".

Alla prossima puntata...