Il New York Times ha dedicato un editoriale a Giorgia Meloni elogiando il suo pragmatismo. Una piaggeria, perché dal momento che la premier italiana, in due anni di governo, non ha fatto altro che rafforzare gli interessi di commercianti e partite IVA, lasciando i lavoratori dipendenti in balia del caro vita e spingendo l’età pensionabile sempre più in alto fino ai 70 anni.
Insomma un governo che, invece di intervenire per migliorare i salari e garantire una vecchiaia serena con una pensione dignitosa, ha scelto di proteggere e coccolare chi evade le tasse, premiando chi gode di regimi fiscali agevolati mentre lascia a dipendenti e pensionati l’intero peso del finanziamento dello Stato.
La Giorgia nazionale, che aveva illuso il ceto medio con slogan sovranisti e patriottici, non ha avuto problemi a sedersi a cena con il miliardario americano Elon Musk, ma non ha trovato il tempo di occuparsi della dignità salariale di milioni di lavoratori italiani. Se il suo consenso regge, anche se in calo rispetto al 2022, non è certo merito di risultati concreti, ma della sua totale sottomissione alle lobby economiche e ai grandi interessi finanziari. L’idea della “destra sociale” di Giorgio Almirante si è dissolta nel nulla: i problemi dell’economia e della società sono stati semplicemente ignorati, mentre l’Italia continua a scivolare in una condizione di precarietà cronica.
Il governo Meloni ha scelto di essere il governo dei commercianti e delle partite IVA, garantendo condoni, aliquote agevolate e una serie di facilitazioni fiscali che hanno reso l’evasione ancora più conveniente.
Nel frattempo, i lavoratori dipendenti hanno visto erodere il loro potere d’acquisto senza che il governo muovesse un dito per adeguare le retribuzioni all’inflazione galoppante. Anche la promessa di una tassa sugli extraprofitti delle banche si è rivelata un bluff, trasformandosi in un favore agli istituti di credito, che hanno continuato ad accumulare guadagni record sulle spalle dei cittadini.
Ma è soprattutto sul piano fiscale che il governo Meloni ha mostrato la sua vera natura. Con la delega fiscale del viceministro Leo, l’esecutivo ha definitivamente sancito che in Italia solo i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, mentre agli altri vengono riservate strizzate d’occhio, sconti, condoni e sanzioni ridicole nel caso in cui vengano colti in fallo.
Il messaggio è chiaro: chi evade viene premiato, chi lavora regolarmente viene tartassato.
Così, quella che un tempo era la “destra sociale”, pronta a difendere il popolo e a spazzare via privilegi e ingiustizie, è diventata la protettrice dei ceti più abbienti e degli interessi privati, rinunciando definitivamente alle promesse di cambiamento.
Il trasformismo politico di Giorgia Meloni viene abilmente nascosto dai media ‘amici’, che continuano a vendere un ottimismo artificiale, mentre il suo governo si dedica a sistemare amici e parenti e a garantire vantaggi ai suoi veri elettori: commercianti, partite IVA e grandi imprenditori.
Chi sperava in un governo che difendesse i lavoratori e garantisse una maggiore equità sociale si trova oggi con un esecutivo che ha semplicemente alzato il ponte levatoio, lasciando milioni di cittadini fuori dalle mura del benessere.