Questa mattina, a bordo di un elicottero militare, la delegazione ucraina è arrivata nella località al confine bielorusso dove da alcune ore è iniziato il colloquio con gli inviati di Mosca per negoziare almeno una tregua alla guerra voluta da Putin. 

Alla riunione, organizzata dal ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, gli ucraini partecipano senza precondizioni, ma con poche speranze di arrivare ad un qualche tipo di accordo. Secondo quanto pubblicato dal Jerusalem Post, il miliardario russo-israeliano Roman Abramovich, parteciperebbe alle discussioni su richiesta dell'Ucraina. L’ambasciatore ucraino in Israele, Yevgen Kornichuk, non ha commentato il coinvolgimento di Abramovich nei colloqui, ma ha affermato di apprezzare chiunque che, con la sufficiente influenza, possa aiutare a risolvere la crisi. Abramovich, che alla fine della scorsa settimana ha annunciato di aver lasciato la gestione del Chelsea, è una delle persone più ricche della Russia e si ritiene sia una delle persone più vicine al presidente Putin.

Nella sua ultima dichiarazione, il presidente ucraino Zelensky, oltre a chiedere alle truppe russe di deporre le armi, ha inviato l'Ue ad accettare senza indugi l'adesione dell'Ucraina all'Unione, per la quale lo stesso Zelesky sta preparando la richiesta ufficiale.

Nel frattempo i combattimenti continuano, così come la pressione su Kiev, ma le maggiori città ucraine, finora, hanno resistito agli attacchi che però, con sempre maggiore frequenza adesso colpiscono obiettivi civili, come il condominio di Chernihiv, città nel nord del Paese.

Non è chiaro quale sia il numero reale delle vittime tra i civili, ma secondo l'Alto Commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, le persone non impegnate nei combattimenti morte finora sarebbero almeno 102, mentre 304 quelle ferite. La Russia non diffonde cifre sulle proprie vittime, ammettendo però di averne avute, mentre l'Ucraina porta ad oltre 5mila il numero di soldati russi deceduti.

Le ultime sanzioni dell'occidente contro la Russia, hanno provocato il crollo del rublo sui mercati finanziari, con la Banca centrale russa che per proteggere la sua valuta ha più che raddoppiato il suo tasso di interesse di riferimento portandolo dal 9,5% al 20%. 

Mentre le ambasciate dei Paesi occidentali stanno riducendo al minimo il loro personale a Mosca, Francia e Italia invitano i propri cittadini a lasciare il prima possibile la Russia.

"Le squadre russe di allerta dei posti di comando della Forza missilistica strategica e le flotte del nord e del Pacifico sono passate all'allerta di combattimento rafforzata", in base a quanto comunicato dal ministro della Difesa Serghei Shoigu al presidente Vladimir Putin, secondo quanto riferisce la Tass.

Dal pomeriggio, sono previste nuovi vertici e riunioni degli alleati occidentali e della Nato che interesseranno capi di Stato, ministri degli Esteri e della Difesa.

Aggiornamento delle ore 18.

Le delegazioni di Russia e Ucraina  hanno concluso l'incontro per trovare una soluzione al conflitto in corso. Entrambe le parti adesso torneranno nelle rispettive capitali per consultazioni in vista di un secondo colloquio, che potrebbe aver luogo nei prossimi giorni, secondo quanto riportato da Reuters. Al momento non si conoscono contenuti e risultati di ciò che le due parti hanno deciso.

Nel pomeriggio il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato con Vladimir Putin, riprendendo gli appelli internazionali per un cessate il fuoco immediato, a partire dagli attacchi contro i civili e i luoghi abitati. Secondo la Francia, Putin avrebbe confermato la sua volontà di impegnarsi in tali richieste, mentre dal Cremlino è stato dichiarato che "un accordo è possibile solo se si prendono in considerazione i legittimi interessi di sicurezza della Russia, incluso il riconoscimento della sovranità di Mosca sulla Crimea e una risoluzione degli obiettivi di smilitarizzazione e denazificazione della Stato ucraino, che dovrà diventare un Paese neutrale". La Francia ha inoltre fatto sapere che Macron aveva anche chiesto a Putin di rimanere in contatto nei prossimi giorni per prevenire un'escalation del conflitto, cosa che il presidente russo avrebbe accettato.

Va ricordato che la Russia non è solo Putin. Roskomnadzorm, l'autorità federale che coordina il controllo dell'informazione all'interno della Russia, ha imposto ad alcuni media indipendenti di non descrivere il conflitto in Ucraina come una "guerra", utilizzando invece l'espressione "operazione militare". Anche termini come "invasione" e "aggressione" sono stati segnalati come inaccettabili. Il quotidiano Novaya Gazeta ha allora inviato un'e-mail agli abbonati chiedendo loro di votare su come il giornale debba rispondere a tale imposizione: continuare la pubblicazione assoggettandosi alla censura militare o cessarla fino alla fine della guerra.

Alcuni oligarchi russi come Abramovich, Fridman, Tinkov e Deripaska, quest'ultimo descritto come l'industriale preferito da Putin, si sono espressi pubblicamente per una fine immediata del conflitto.

Intanto continua la disperata ricerca di un mezzo per fuggire dal Paese, per le persone che sono distanti dai confini occidentali. Chi invece si trova nelle vicinanze di Polonia o Romania è disposto a percorrere decine e decine di chilometri a piedi pur di fuggire dal Paese.