Continua l'incertezza sui mercati finanziari. Dopo quanto già avvenuto due giorni fa, continua il crollo delle borse asiatiche. Nella notte, le borse cinesi sono state nuovamente sospese per eccesso di ribasso. La borsa di Shangai ha registrato un calo del 7,04% a 3.125 punti, mentre su quella di Hong Kong il calo è stato del 3,09% a 20.333 punti. Anche la borsa giapponese e quella indiana hanno registrato cali sensibili. Le tensioni in Cina sono iniziate dopo l'ennesima doccia fredda dovuta alla comunicazione dell'indice manifatturiero, il cui ago si è spostato sotto quota 50, indicando che nel prossimo futuro gli asfittici mercati europei non potranno più sperare nel mercato cinese per aggiustare i conti delle loro aziende. Per contrastare questa tendenza le autorità di controllo cinesi hanno svalutato il cambio della loro moneta, innescando ulteriori tensioni. A questo bisogna aggiungere le incertezze normative che riguardano la vendita di titoli azionari da parte dei grandi azionisti, che la Cina aveva impedito per fermare le fluttuazioni del mercato di alcuni mesi fa. Domani questo divieto scade, ma pare che verrà aggiornato con un altro che dovrebbe continuare ad impedire o almeno mitigare la vendita di enormi quantità di titoli. A tutte queste incertezze si aggiungono quelle legate al petrolio, di cui l'eccesso di produzione e le tensioni tra Arabia Saudita e Iran stanno facendo crollare il prezzo verso quota 30 dollari. Di questo scenario le borse europee non potevano non risentirne. Così, all'apertura dei mercati si registrano cali sensibili tra il 2,5% e il 3,5% su tutte le principali piazze.