PREMESSA

Ci troviamo nuovamente a discutere di aria fritta. L'ovvio pare non esserlo per chi fa ricerca o per chi si occupa di salute pubblica. Un banale concetto come la riduzione del danno, applicato in diversi ambiti, dalla tossicodipendenza a cose che riguardano la vita di tutti i giorni, pare non essere accettato quando si parla di fumo e danni fumo correlati

E' vero. La sigaretta elettronica non è esente da rischi. Ma cosa non lo è oggi? Ciò che crea il vero danno, legato alle sigarette elettroniche, è la disinformazione che ultimamente sta nuovamente dilagando.  Ciò che più stupisce è che questa parta proprio da laureati in medicina, in chimica, etc... Persone che dovrebbero comprendere, senza troppa difficoltà, quanto potenziale ha il vaporizzatore personale nella lotta contro il fumo.

Grazie ad informazioni distorte, questi signori, continuano ad alimentare, spero inconsapevolmente, il mercato del tabacco combusto ed il sistema che ad oggi ha palesemente fallito nella lotta contro quest'ultimo.

Qualche esempio :

  1. "I liquidi da inalazione contengono glicole etilenico"
  2. "Negli aromi è contenuto diacetile"
  3. "Il liquido riscaldato produce sottoprodotti come la formaldeide e l'acroleina, presenti anche nel fumo di tabacco"
  4. "Il vapore prodotto dalla sigaretta elettronica contiene metalli pesanti"

Se per i primi 3 punti le risposte sono semplici :

  1. Il glicole non è etilenico ma bensì propilenico, utilizzato in ambito industriale, cosmetico, alimentare e farmaceutico. Normalmente, per i prodotti in commercio in Europa, è in uso quello farmaceutico il cui grado di purezza è il più alto.
  2.  Il diacetile è vietato per tutti i liquidi da inalazione ed aromi in commercio sui mercati ufficiali, almeno quelli europei. Si potrebbe aprire un libro soltanto su questo argomento ma tralasciamo...
  3. Sottoprodotti come formaldeide ed acroleina si possono formare, ma le quantità nocive per l'uomo, perché di quantità si parla, sono prodotte quando il glicole propilenico decompone, ovvero si eccede troppo oltre la sua temperatura di ebollizione (caso della formaldeide), oppure quando il glicerolo vegetale disidrata, ossia superata la sua temperatura di ebollizione che è di circa 290 °C a pressione atmosferica. Condizione impossibile da raggiungere con un normale device elettronico per il semplice fatto che il cotone, carrier per il liquido, brucia poco prima dei 240 °C.

Per l'ultimo punto (il 4) preferisco approfondire alcuni concetti, sperando che quanto sto per illustrare possa servire da spunto per qualche ricercatore o medico che abbia voglia di guardare oltre il proprio naso...

IL CALORE. LE BASI

Partiamo con una premessa. Un rilascio significativo di metalli pesanti può avvenire principalmente in un caso specifico. Se riscaldiamo oltremodo l'elemento resistivo.

Questo può accadere quando il cotone, come si dice in gergo, va in secca. Il calore generato dalla resistenza non entra più in equilibrio con il principale elemento freddo, il liquido, e surriscaldandosi potrebbe avvicinarsi maggiormente al proprio punto di fusione (anche se parliamo nella media di temperatura > 1000 °C). In questo scenario sicuramente avverrà un rilascio maggiore di metalli pesanti. Nocivi? Certo! Va però considerato che la sensazione ed il sapore di una steccata, sono tutt'altro che gradevoli e/o piacevoli! Pertanto l'effetto nocivo si traduce in un tiro. Al contrario delle sigarette classiche dove questo effetto è presente per tutta la fumata ed aumenta man mano che il tabacco si consuma e si giunge nelle prossimità del filtro...

Quindi il primo elemento su cui riflettere. Il riscaldamento dell'elemento resistivo. Parliamo di flusso termico areico. (od heat flux per gli "adetti")

Abbiamo parlato di equilibrio. Si perchè i signori "scienziati" non considerano un elemento basilare, tutt'altro che banale ma ripeto, basilare. L'equilibrio termico. La termodinamica racconta che un corpo caldo a contatto con uno freddo, cede calore fino al raggiungimento di una temperatura detta appunto di equilibrio, a patto che le condizioni non cambino, che il bilancio di materia non muti per essere più chiari...

Nel caso della sigaretta elettronica gli elementi ad entrare in equilibrio tra loro sono essenzialmente 3 :

  • La resistenza che cede calore.
  • Il liquido che lo riceve, cambiando il suo stato in gassoso.
  • Il flusso di aria introdotto nella camera detta di vaporizzazione.

Potremmo ulteriormente complicarla aggiungendo, il volume della camera, la lunghezza del camino, la tipologia e quantità di cotone che determina il trasporto di più o meno liquido, la composizione del liquido, etc... Ma evitiamo. Questi sono solo ulteriori approfondimenti che porterebbero in ogni caso ad una unica conclusione. Se il device è ben dimensionato (e quelli in commercio lo sono) ed i liquidi ben realizzati (e quelli in commercio lo sono), condizioni di pressione / temperatura tali da definire il device dannoso quanto una classica sigaretta non le si raggiungeranno... Tanto che molteplici studi (indipendenti e non) dimostrano una percentuale media di riduzione dei rischi fumo correlati variabile tra il 90 ed 99%.

Allego come sempre un video che tratta in modo molto semplificato il tema, per chi desiderasse approfondire.