A Venezia, risolto il problema dell'acqua alta, si sta manifestando da alcuni giorni il problema opposto: quello dell'acqua bassa! I canali interni della città lagunare sono in gran parte asciutti, con il fango in bella vista. Quando va bene, l'acqua presente è poco più che un rigagnolo. Così, gondole, taxi e ambulanze non possono navigare.
Il clima è il principale imputato di questa situazione. Sui monti non nevica, la pioggia scarseggia e il livello di fiumi e laghi si è abbassato di molto. La siccità dello scorso anno, la peggiore degli ultimi 70 anni, se così rimarrà la situazione potrebbe ripetersi anche nel 2023 con conseguenze negative ancor più significative.
Il Po, già adesso, ha il 61% di acqua in meno rispetto al normale in questo periodo dell'anno. Lo scorso luglio è stato dichiarato lo stato di emergenza per le zone limitrofe al "grande fiume", che rappresentano circa un terzo della produzione agricola del Paese.
"Siamo in una situazione di deficit idrico che si è accumulato dall'inverno 2020-2021", ha detto al Corriere della Sera l'esperto di clima Massimiliano Pasqui del CNR. "Dobbiamo recuperare 500 millimetri nelle regioni nord-occidentali: servono 50 giorni di pioggia", ha poi aggiunto.
Tornando a Venezia, il capoluogo veneto ha registrato ieri, nel pomeriggio, un nuovo minimo di acqua bassa, con una misura di -70 centimetri sullo zero mareografico, secondo quanto riportato dal Centro maree del Comune.