Dopo sei anni di assenza, Cosenza ha riabbracciato il Pride con una partecipazione travolgente e sentita. Ieri, le strade della città sono state teatro di una manifestazione non solo di orgoglio omosessuale, ma anche di riflessione e impegno sociale. In un'epoca in cui l'odio e la discriminazione sembrano dilagare, eventi come questo assumono un significato ancora più profondo.

Il Pride di Cosenza, che ha avuto il suo ultimo appuntamento nel 2017, è tornato con forza per ricordare a tutti quanto ancora ci sia da fare per i diritti Lgbtqia+ in Italia. La parata, carica di colori e gioia, ha attraversato le vie cittadine per poi concludersi nella piazza del comune, dove importanti figure del movimento hanno preso la parola. Alessandra Lucanto, presidente dell'Arcigay di Cosenza, e Natascia Maesi, presidente nazionale di Arcigay, hanno espresso chiaramente quanto il nostro Paese sia ancora indietro nella tutela dei diritti delle persone omosessuali. Hanno sottolineato l'importanza di manifestazioni come il Pride non solo per celebrare, ma per rivendicare diritti fondamentali e denunciare le discriminazioni ancora esistenti.

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha manifestato con entusiasmo la soddisfazione dell'amministrazione comunale nel patrocinare l'evento, ribadendo il forte impegno per i diritti di tutti i cittadini. Le sue parole hanno risuonato con quelle dei molti attivisti presenti, che hanno condiviso storie di lotta e speranza. Tra loro, le drag queen locali, che con la loro presenza e creatività, hanno sottolineato il ruolo importante dell'arte e dell'intrattenimento nella battaglia per l'inclusione e l'uguaglianza.

L'evento di ieri non è stato solo una festa, ma un potente momento di riflessione. Gli slogan e i discorsi hanno evidenziato la necessità di continuare a lottare per un mondo in cui tutti possano essere se stessi, indipendentemente dall'orientamento sessuale, dal colore della pelle, dalla religione o dalla nazionalità. In piazza si è alzato anche un grido di solidarietà internazionale con l'appello "Palestina libera", ricordando che la lotta per i diritti umani non conosce confini.

In molti tendono a vedere il Pride solo come una celebrazione dell'orgoglio gay, ma l'evento di ieri ha dimostrato che è molto di più. È inclusione, è la rivendicazione del diritto di essere se stessi senza paura, è una chiamata alla libertà e al rispetto per tutti. In un periodo storico in cui le libertà personali sono spesso messe in discussione, il Pride di Cosenza ha riaffermato con forza la necessità di riconquistare e difendere questi diritti.

La manifestazione è stata impeccabilmente organizzata, con temi rilevanti e dibattiti fondamentali che hanno coinvolto la città intera. Cosenza ha risposto con partecipazione e apertura, dimostrando di essere pronta a scuotere il proprio pensiero e a progredire verso un futuro più inclusivo e rispettoso.

Il Pride di ieri è stato un evento straordinario, un'esplosione di allegria e speranza, ma soprattutto un potente richiamo alla necessità di rispettare e valorizzare la diversità in tutte le sue forme. In un'Italia che ha bisogno di ritrovare se stessa, il messaggio lanciato dalle strade di Cosenza è chiaro: il rispetto e l'inclusione devono essere al centro della nostra società.