Di seguito, l'intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci, tenuto il 26 novembre in chiusura della due giorni titolata "Forum della Ricerca", organizzata dall'Inail per la salute e la sicurezza sul lavoro.

" È con grande piacere che partecipo alla conclusione dei lavori del Forum della Ricerca promosso e organizzato dall’INAIL.La tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori è un obiettivo centrale nelle politiche di tutela della salute. I dati assicurativi richiamati nei lavori del Forum fanno riflettere sul fenomeno infortunistico e delle malattie professionali. La pandemia ha messo in evidenza come il settore della sanità sia stato il settore lavorativo a maggior rischio ed ha pagato il contributo più alto in termini di infortuni Covid-19.Il Direttore Generale dell’OMS ha ricordato come investire nella sicurezza degli operatori e delle strutture sanitarie sia un obiettivo fondamentale e ne siamo consapevoli perché garantire la sicurezza di tutti i lavoratori della sanità significa garantire la sicurezza delle cure e dei pazienti.Gli operatori sono esposti a rischi fisici, chimici, biologici e psicosociali. I dati Inail sui casi di violenza, minacce e aggressioni in ambito lavorativo evidenziano 4.000 denunce ogni anno e il 60% riguarda proprio le professioni sanitarie e assistenziali, in larga parte nei confronti di donne. Proprio ieri abbiamo celebrato la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, inaccettabile in ogni contesto ed ambito, che ci vede anch’essa impegnati con azioni di prevenzione e contrasto insieme a tutte le istituzioni e in sinergia con le federazioni degli ordini.Le aggressioni agli operatori sanitari, verso cui esprimo ferma condanna, sono un fenomeno su cui il Ministero pone massima attenzione non solo nella Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari - il 12 marzo – ma ogni giorno anche attraverso le attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, con specifica attenzione alla formazione per la prevenzione e la gestione di situazioni di conflitto; l’attivazione di misure a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, il monitoraggio di episodi di violenza ed eventi sentinella.Tutelare la salute dei lavoratori in tutti gli ambiti produttivi è parte del concetto dell’universalità della salute, la cui definizione mutuata dall’OMS è stata inserita proprio nel Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81/08).Il servizio sanitario, insieme alle strutture centrali e regionali nonché i dipartimenti della prevenzione delle aziende sanitarie locali, svolge un ruolo di grande rilievo in questo ambito, anche grazie alle attività che il Testo Unico all’articolo 5 assegna al Ministero della Salute per il coordinamento del comitato nazionale per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e il coordinamento della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.Il Piano Nazionale della Prevenzione, inoltre, prevede una specifica azione centrale proprio in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, con l’obiettivo di promuovere e ampliare le tutele in maniera integrata secondo l’approccio Total Worker Health. Tale approccio rappresenta un punto chiave all’interno dei progetti finanziati nell’ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR, con un progetto specifico che è stato affidato al coordinamento della Regione Lombardia.La ricerca, come ha ricordato ieri anche il presidente Mattarella, è un valore fondamentale quando parliamo di salute e sicurezza sul lavoro.In questo contesto, la ricerca INAIL svolge un ruolo di grande rilievo per il Ministero della Salute, essendo INAIL uno dei destinatari istituzionali del sistema della Ricerca Sanitaria e del programma CCM.In particolare, il Piano INAIL di Attività della Ricerca 2022-24, raccoglie tutte le sfide del mondo del lavoro contemporaneo: sia i rischi tradizionali, come quelli dell’amianto che rimane un tema di grande attualità, vista la presenza di numerosi manufatti sul territorio italiano; sia i nuovi rischi emergenti, di cui si è parlato in queste due giornate del Forum, connessi all’innovazione tecnologica.L’investimento complessivo del piano è di 35 milioni di euro coinvolgendo enti di ricerca, IRCSS e Università. Fare rete è un valore fondamentale per le sfide del futuro e sicuramente, il coinvolgimento attivo nel sistema dei Competent Center dimostra la capacità di INAIL di saper cogliere queste sfide.I sistemi di sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali, le metodologie di gestione dei rischi fisici, chimici, biologici e psicosociali, le buone prassi, sono solo alcuni degli ambiti in cui INAIL offre strumenti utili per i servizi territoriali di prevenzione, per le aziende e per tutti gli operatori del settore.Nell’ambito dei processi di accreditamento degli IRCCS, INAIL partecipa attivamente al fine di garantire, assieme all’assistenza e alla qualità della ricerca, i più alti standard della rete stessa.Durante la pandemia COVID-19, l’INAIL ha profuso un grande impegno per garantire una tutela integrata prevenzionale – assicurativa - riabilitativa dei lavoratori ed il contributo dei ricercatori e tecnici dell’INAIL è stato di grande rilievo, offrendo soluzioni in grado di coniugare le esigenze di sanità pubblica e di sostenibilità dei processi produttivi e della continuità dei servizi.I protocolli di gestione del rischio in tutti gli ambiti produttivi sviluppati da INAIL anche in collaborazione con ISS hanno garantito il progressivo ritorno alla normalità e allo stesso tempo la tutela dei lavoratori fragili.Una qualificata comunità scientifica e professionale - come illustrato in questi due giorni - con le sue reti di eccellenza, si prepara a raccogliere le sfide del cambiamento del lavoro anche connesse agli investimenti del PNRR.L’attuale straordinario momento di innovazione tecnologica, di connettività e di digitalizzazione sta determinando una complessa trasformazione di tutti i processi (dalla produzione industriale all’erogazione dei servizi) con grandi prospettive di sviluppo e importanti ricadute in termini di produttività e competitività, nonché di ridefinizione del mondo del lavoro, dei processi produttivi stessi, delle competenze.Allo stesso tempo, tali cambiamenti sono fonte di nuove complessità. Sfide che necessitano anche di una riflessione e di uno sforzo per assicurare i livelli di tutela e di salute e sicurezza in tutte le forme di lavoro.Viviamo in un’epoca in cui lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie ha portato in molti ambiti ad una dematerializzazione del luogo di lavoro, sempre meno legato ad un luogo fisico. La connettività che ci pervade ha creato flessibilità, nuovi modelli di lavoro, nuove opportunità per bilanciare il rapporto lavoro/casa/famiglia, ma nello stesso tempo crea difficoltà nel garantire un sistema di tutele adeguato determinando, inoltre, l’insorgenza di nuovi rischi per il sovraccarico informativo, per l’uso pervasivo di questi strumenti h24 lavorando ovunque e a qualunque ora senza una separazione tra vita privata e vita professionale.Trasformazioni così importanti hanno notevoli impatti non solo sull’organizzazione del lavoro ma sui lavoratori stessi, considerando il significativo cambiamento della forza lavoro sempre più multigenerazionale, multiculturale e anziana; negli ultimi dieci anni, in molti dei Paesi del G20 si è assistito ad un aumento significativo della popolazione lavorativa compresa tra i 55 e 64 anni, facendo prevedere che, entro il 2050, almeno il 53% dei lavoratori avrà più di 65 anni. Fronteggiare questo significativo cambiamento demografico è uno degli obiettivi del “Quadro strategico della UE in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro”, che richiede adeguate condizioni di lavoro che garantiscano una vita lavorativa sostenibile e un invecchiamento attivo in salute. Anche su questo tema risulta fondamentale riconoscere le ricadute e gestire le sfide poste dall’invecchiamento della forza lavoro, utilizzando un approccio di tutela e prevenzione del lavoratore per tutto l’arco della vita lavorativa, anche promuovendo pratiche di lavoro sane per lavoratori di tutte le età.Gli investimenti del sistema produttivo – per garantire la sorveglianza sanitaria a oltre 15 milioni di lavoratori ai sensi del decreto legislativo 81/08 - sono in questo contesto una grande opportunità di sinergia con il servizio sanitario, soprattutto in ottica di ricadute prevenzionali e di potenziamento e integrazione dei sistemi di monitoraggio. Gli investimenti del PNRR potranno essere una piattaforma comune per affrontare in ottica di sistema queste sfide.Nel concludere, un ringraziamento all’INAIL per questa iniziativa e un riconoscimento per aver saputo rinnovarsi partendo dai compiti tradizionali di tutela assicurativa, ampliando successivamente l’ambito di azione con la riabilitazione e le cure per il reinserimento lavorativo, la prevenzione, fino ad arrivare alla ricerca, vero volano del rinnovamento dell’Istituto, per rispondere alle sfide del mondo del lavoro che cambia e garantire la tutela globale e integrata del lavoratore.Sono certo che le nuove sfide porteranno a maggiori sinergie con il Servizio Sanitario ed il Ministero in un’ottica di sistema, dove le istituzioni ed il sistema produttivo del paese lavorano insieme per offrire la migliore tutela della salute dei lavoratori".