Ogni tanto la Rai si ricorda di essere servizio pubblico, e non servizio di propaganda ad esclusivo supporto di questa o quella forza politica e dei suoi leader, e riesce pertanto anche a fare giornalismo.

Quando accade è giusto sottolinearlo. Lunedì sera Riccardo Iacona, nella sua trasmissione Presa Diretta, ci ha informato, tra l'altro, delle attuali politiche agricole europee. 

Inutile fare un riassunto del servizio o della trasmissione... se l'argomento può essere di interesse, la puntata di Presa Diretta può essere vista sul sito Rai Play.

Quello che è utile sottolineare è che, da quel che se ne ricava, ancora una volta emerge il quadro di un'Europa che fa gli interessi di pochi nonostante sia nata per fare gli interessi di tutti i cittadini europei.

Che l'Unione europea sia una buona idea è indiscutibile. Per come è stata realizzata, è però evidente che le sue politiche in alcuni casi favoriscono solo alcuni Stati o, come dimostra la puntata di ieri sera della trasmissione di Iacona, in altri casi finiscono per essere utili a lobbisti e multinazionali che si adoperano ad influenzare le decisioni delle istituzioni di Bruxelles (a quanto sembra sempre con discreto successo) in modo tale che, ad esempio, una legge pensata per favorire un'agricoltura sostenibile, utile anche per supportare un'economia di guerra, finisca per essere solo un ulteriore incentivo alla produzione di cereali ad esclusivo sostegno degli allevamenti intensivi di bestiame, che sono un assurdo in sé per varie ragioni, a partire dall'eccesso di carne prodotta fino alle conseguenze sull'ambiente:

"Solo in Italia gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di inquinamento da polveri sottili, preceduti solo dal riscaldamento degli edifici. La crescente domanda di carne e derivati animali degli ultimi decenni ha determinato anche l’espansione incontrollata delle colture per mangimi, influenzando tutto il sistema agricolo mondiale. Ogni anno un miliardo e mezzo di tonnellate di mangimi, tra cui principalmente soia e mais, entra negli allevamenti intensivi di tutto il mondo. La soia ha avuto negli ultimi 20 anni un’esplosione produttiva che non ha precedenti nella storia dell’agricoltura ed è tra i maggiori responsabili della deforestazione planetaria." (fonte WWF)

La Commissione europea, a causa della guerra in Ucraina, ha concesso una deroga al tasso minimo di terreni incolti imposto agli agricoltori, in modo da metterli a coltivazione e aumentare così la produzione alimentare... ma senza dare indicazioni in merito sul tipo di coltivazioni e, soprattutto, alla loro destinazione. Il risultato? Che molti agricoltori hanno ritenuto conveniente destinare la coltivazione di quei terreni ad una produzione che verrà utilizzata come mangime da destinare agli allevamenti intensivi. 

Compito dei politici sarebbe contrastare queste storture favorendo anche nuove tipologie di produzione in modo da consentire di dare prevalenza alle piccole fattorie, alla qualità dei prodotti, creando economie di scala legate al territorio... una delle soluzioni per ridurre i consumi energetici. 

Ad esempio la carne coltivata, di origine vegetale o animale, è una soluzione intelligente per risolvere il problema degli allevamenti intensivi e rivedere così l'uso e la destinazione delle coltivazioni.

Ma ci sono politici che, senza sapere di cosa stanno parlando, dichiarano: "Milioni di euro di denaro pubblico per la “carne finta” e altre porcherie sperimentate da multinazionali straniere, alla faccia del lavoro e dei sacrifici dei nostri allevatori e agricoltori, e soprattutto della salute dei consumatori".

È  normale che uno come Salvini (sua la dichiarazione precedente) non sappia di cosa stia parlando, anche se non si può dire se lo faccia o meno con secondi fini. Quello che invece non è normale è che chi faccia informazione non pretenda da Salvini, e da quei politici a lui simili nel modo di esporre le proprie argomentazioni, di render conto di ciò che dice, spiegandolo con i dati e non tramite il cuore immacolato di Maria o altre amenità simili.

Per avere un Paese normale ed un mondo normale, in fondo, non ci vuole molto, basta che chi pretenda di saper governare spieghi con dati e fatti ciò che indica come giusto o sbagliato. Ad oggi, questo non avviene e chi fa informazione, quasi sempre, non se ne preoccupa.