Continua il rapporto privilegiato tra The Times e la UEFA. Stavolta l'anticipazione riguarda il metodo di distribuzione dei ricavi per la Champions League a partire dalla stagione 2024/25, anno in cui prenderà il via il nuovo format della manifestazione e dove i ricavi dai diritti tv, per le squadre partecipanti, saranno più alti.

Per questo i club con un ranking storico decennale relativo alla presenza in Champions già si stavano fregando le mani dalla gioia. Infatti, adesso, la ripartizione dei ricavi viene assegnata esclusivamente sulla base di tale parametro, che vede favoriti i soliti grandi club che, ovviamente, si aspettavano che venisse mantenuto anche per il futuro.

Ma non sarà così. Le discussioni sul tema che inizieranno già da giovedì durante una riunione del consiglio della European Club Association (ECA) a Istanbul saranno invece orientate a definire "una ripartizione più equa" delle risorse della nuova formula Champions che passerà a 36 squadre dalle 32 attuali.

Nelle intenzioni della UEFA, la volontà è quella di ridurre la quota che attualmente è destinata ai club già più ricchi, rimodulando l'aumento dei ricavi da diritti tv, circa un +25% che porterà l'importo fino a 4,5 miliardi di euro a stagione, in modo da favorire i club più piccoli, con l'intento di migliorare l’equilibrio tra le squadre e rendere più spettacolare la manifestazione.

In che modo? Diminuendo ai club più ricchi la percentuale che era stata finora loro garantita dal ranking storico/decennale, tenendo conto che comunque avranno più o meno le stesse risorse precedenti, a seguito dell'aumento dei diritti tv.  Vedremo come andrà a finire e se i club più piccoli riterranno soddisfacente questo tipo di soluzione.