Reporters sans frontières è organizzazione non governativa internazionale che agisce da 25 anni in difesa della libertà di stampa in tutto il mondo.

RSF ha iniziato organizzando reportage inediti nelle regioni del pianeta dove, per disinteresse o timore, i media internazionali preferivano non inoltrarsi.

Reporter sans frontières:

difende i giornalisti e i collaboratori dei media tradizionali e online in carcere o perseguitati per aver fatto il loro lavoro ed esposti a maltrattamenti ed alla tortura in molti paesi.

Lotta contro la censura e le leggi che minano la libertà di stampa.

Fornisce un aiuto finanziario di ogni anno a giornalisti o mezzi di comunicazione in difficoltà (per pagare gli avvocati, le cure mediche e le attrezzature) e per le famiglie di giornalisti incarcerati.

Opera per migliorare la sicurezza dei giornalisti, in particolare quelli impegnati nelle zone di guerra. 

Controlla e denuncia le violazioni della libertà di stampa nei paesi retti da sistemi democratici, dove le normative che definiscono e difendono la libertà di informazione rivelano talvolta forme di condizionamento e di repressione che contrastano di fatto le norme liberali.

Ogni anno RSF pubblica un Rapporto sulla libertà di stampa nel mondo e la Classifica mondiale della libertà di stampa.
Questa è l'introduzione che è disponibile sul sito in italiano di Reporters sans frontières che, però, non mostra la classifica aggiornata sulla libertà di stampa nel mondo, ferma al 2013.

Ma non ci sono problemi, quella aggiornata è disponibile sul sito madre che oggi ha reso disponibile la classifica aggiornata al 2016.

Rispetto allo scorso anno, l'Italia 2.0 di Matteo Renzi ha perso quattro posizioni rispetto alla classifica del 2015, passando alla 77.a posizione. Questo è il giudizio pubblicato sul nostro paese:

Under police protection
In May 2015, the daily La Repubblica reported that between 30 and 50 journalists were under police protection because they had been threatened. The level of violence against reporters (including verbal and physical intimidation and death threats) is alarming. Journalists investigating corruption and organized crime are the ones who are targeted most. In the Vatican City, it is the judicial system that is harassing the media in connection with the Vatileaks and Vatileaks 2 scandals. Two journalists are facing up to eight years in prison as a result of writing books about corruption and intrigue within the Holy See.

Può essere utile tradurre alcune parti che motivano la posizione non certo lusinghiera dl nostro paese: "... tra 30 e 50 giornalisti sono sotto scorta della polizia a causa delle minacce ricevute. Il livello di violenza contro i giornalisti (incluse intimidazioni verbali e fisiche e minacce di morte) è allarmante."

La posizione poco lusinghiera degli Stati Uniti, 41esima, il cui report è annunciato dalla frase La libertà finisce dove inizia la sicurezza nazionale, non può essere di grande consolazione.

E per concludere, allego un link a questa breve guida (in inglese) intitolata "Online Privacy Guide for Journalists" - scritta da un giornalista e rivolta ai suoi colleghi - con consigli e indicazioni che possono essere molto utili per proteggere le proprie fonti e la propria attività di ricerca, per poter così svolgere al meglio il proprio lavoro.