Nessuno ci aveva pensato, ma tra le buone azioni possibili c'è quella di donare buoni pasto a chi ha più bisogno. Si possono donare i ticket per la pausa pranzo in beneficenza? E come si può fare?

Considerando che il buono pasto è un titolo personale e non cedibile la proceudra non può avvenire spontaneamente, regalando direttamente il buono. Bisogna quindi seguire una procedura particolare, che da un lato garantisce l'azienda che fornisce il servizio al lavoratore e dall'altro offre sicurezza a colui che vuole fare una buona azione.

A questo proposito, Day gruppo UP che da tren'anni offre servizi di benessere alle imprese come il buono pasto, ha avviato una partnership con Azione Contro la Fame Onlus. Si tratta di un'organizzazione umanitaria internazionale con quasi 40 anni di lotta alla malnutrizione dei bambini. Day ha scelto ACF quale destinatario dei buoni pasto donati e ha semplificato la procedura di beneficenza con la creazione di www.1buono1dono.it, portale di riferimento per aziende e lavoratori che vogliono destinare i loro ticket ai bisognosi. "1 Buono 1 Dono" è un’operazione di solidarietà che coinvolge oltre 500.000 persone tra dipendenti e clienti Day e parte da lontano.In Francia infatti, Gruppo UP, casa madre di Day, ha lanciato l’iniziativa nel 2009 con un successo crescente che ha consentito di raccogliere oltre 350.000 buoni devoluti, per un valore di quasi 3 milioni di euro. Con la somma raccolta ACF ha potuto aiutare più di 200.000 bambini nel mondo. Azione Contro la Fame è specializzata proprio nella lotta alla malnutrizione, principale causa di morte per i bambini nel mondo.

ttraverso il sito 1Buono1Dono, Day raccoglie i ticket donati e inoltra la somma corrispondente in favore dei progetti avviati ACF. Con un solo buono da 5 euro, può fornire un giorno di cure a base di cibo terapeutico, medicine e vaccini necessari per far tornare in salute un bambino malnutrito. In pratica, basta un buono pasto per salvare una giovane vita.

E' importante segnalare che non c’è nessun costo a carico delle aziende che, anzi, beneficiano di sgravi fiscali per l’equivalente della donazione di buoni pasto effettuata.