È stata depositata al Senato la mozione di sfiducia nei confronti del ministro del Lavoro Poletti. Mozione promossa dai 5 Stelle a cui si sono aggregati i gruppi di Sinistra Italiana e Lega Nord, oltre ad alcuni parlamentari del gruppo misto.

Tutto nasce dalle dichiarazioni rilasciate da Poletti alcuni giorni fa, in cui faceva degli apprezzamenti poco lusighieri sui giovani italiani che erano andati a lavorare o a cercare lavoro all'estero.

Mi sono sbagliato, mi sono espresso male, non era quello il mio pensiero... in un video pubblicato si facebook, Giuliano Poletti cerca di ricomporre la questione ricorrendo alla classica manovra di ripiegamento causata dal fraintendimento.

Ma per il ministro PD, stavolta, ad essersi indignati non sono state solamente le opposizioni che, come sempre accade, trasformano in lotta politica un inciampo di qualsiasi natura, anche il più risibile.

Stavolta, ad arrabbiarsi, sono stati anche i giovani del PD, non genericamente simpatizzanti del PD, ma quelli iscritti al PD e che fanno parte dei "Giovani Democratici". In 200 hanno preso mouse e tastiera ed hanno firmato una lettera la cui conclusione la dice lunga su cosa pensino di Poletti e delle sue esternazioni: "...ma non siamo nemmeno così stupidi da non capire che meriteremmo, non solo ascolto, ma innanzitutto rispetto.
Un rispetto che va oltre una serie di scuse formali, di circostanza, di falso imbarazzo.
Un rispetto che chi ha avuto la possibilità, ma senz’altro anche la fortuna, di poter fare ciò che vuole nella vita, dovrebbe essere in grado di accordarci…
Un rispetto che sarebbe adeguatamente rappresentato dalla capacità di capire quando è proprio il caso di farsi da parte."

Al Senato, i numeri della maggiornaza non sono così granitici come quelli alla Camera, ma non sono neppure così tanto saldi da considerare al riparo il ministro Poletti, recentemente riconfermato al suo incarico,  del tutto al sicuro da quache amara sorpresa.

Ma al di là delle strategie di lotta e di propaganda politica, e della possibilità di sfiducia, dovrebbe essere lo stesso Poletti, come anche i giovani del suo stesso partito fanno notare, a farsi da parte dopo aver sfiduciato se stesso con quelle dichiarazioni.

E la simpatia nei confronti del ministro non aumenterà di certo con quanto pubblicato da Il Fatto, da cui si viene a conoscere che il figlio di Poletti, Manuel, pubblica un piccolo giornale sponsorizzato con i soldi delle cooperative e con finanziamenti pubblici, oltre che dal vendere molta pubblicità che al figlio di un ministro non è mai sbagliato negare, avendone le possibilità. In sostanza, Manuel Poletti sicuramente non andrà all'estero.