Ieri Giorgia Meloni, altrimenti nota come l'onorevole Angelina de noantri, ha fatto sapere ai primatisti dell'estrema destra che la tanto annunciata manifestazione del 2 giugno doveva essere leggermente rivista rispetto alla prima stesura:

"Il 2 giugno, Festa della Repubblica, daremo nuovamente voce agli italiani dimenticati dal Governo Conte nell’emergenza Coronavirus e che chiedono libertà e orgoglio. Ho parlato con Salvini e Berlusconi: stiamo lavorando per dare vita ad una iniziativa comune nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Sarà una iniziativa originale, aperta anche alle associazioni, alla società civile, alle categorie, alle famiglie e a tutti coloro che in questi giorni ci hanno contattato perché stufi di un Governo bravo solo a fare promesse e conferenze stampa. Già nelle prossime ore ci metteremo al lavoro per definire dettagli e modalità, e vi aggiorneremo molto presto. Intanto, tenetevi pronti!"

E mentre già gli scatenati seguaci stavano pertanto iniziando a stirare le divise in orbace e ad annotare il rosario degli slogan da snocciolare contro "Giuseppi, immigrati, clandestini, negri" e quant'altri, l'altro profeta del primatismo, Matteo Salvini - quello che oltre agli occhiali e al naso si è dimenticato di aggiungere alla maschera attuale anche i classici baffi - ha anticipato come l'evento dovrebbe cambiare rispetto a quanto deciso in origine: 

«Visto che avete risposto in tantissimi, e visto che per scelta del governo non ci si potrà ancora spostare fra Regioni diverse, il 2 giugno saremo presenti col Tricolore in 100 piazze italiane, per raccogliere idee e dare voce alle famiglie e ai lavoratori dimenticati».

Insomma, l'idea di aumentare il contagio solletica ancora i primatisti a cui oggi si è aggregato anche il forzista Tajani - il facente funzione dell'ex cavaliere Silvio Berlusconi, rifugiatosi nel sud della Francia ripercorrendo l'esempio dei ricchi di una volta che si rinserravano nelle tenute di campagna per sfuggire alla peste - che si è fatto ritrarre nella riunione carbonara in cui i tre dicono di aver lavorato per mettere a punto "l'iniziativa originale" del 2 giugno.