Si è concluso a Riad, in Arabia Saudita, l'incontro tra le delegazioni russe e statunitensi, durato circa quattro ore  e mezzo. Ospitata nel complesso reale di Al Diriyah ad Al Basateen, la riunione ha visto la partecipazione, da parte russa, del ministro degli Esteri Sergey Lavrov, dell'assistente presidenziale Yury Ushakov e dell'amministratore delegato del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, Kirill Dmitriev; mentre in rappresentanza degli Stati Uniti, vi erano il segretario di Stato Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e l'inviato speciale per il Medio Oriente Stephen Witkoff.  

Al termine, Lavrov ha definito il confronto "molto utile", marcando l'accento sul reciproco ascolto. "Non solo ci siamo ascoltati, ma ci siamo veramente capiti", ha dichiarato, aggiungendo che gli Stati Uniti avranno ora una "migliore comprensione" della posizione russa, ribadita attraverso esempi concreti basati sulle  parole del presidente Putin. Il ministro degli Esteri russo ha poi espresso ferma opposizione a qualsiasi dispiegamento di truppe NATO in Ucraina, anche come forze di pace di singole nazioni: "Per noi è inaccettabile", ha detto.

Dal canto loro, i rappresentanti statunitensi hanno delineato un quadro meno untusiastico. Rubio ha descritto l'incontro come "il primo passo di un percorso lungo e difficile" verso una soluzione "equa e duratura" del conflitto, evidenziando la necessità di coinvolgere l'UE nelle trattative. Mike Waltz, riferendosi alla volontà dell'ex presidente Donald Trump, ha invece sottolineato l'urgenza di accelerare i negoziati per un accordo di pace, includendo garanzie territoriali e di sicurezza. "Una guerra senza fine in Europa non è accettabile", ha affermato, lodando al contempo gli alleati europei per il loro impegno rafforzato a sostegno di Kiev.  

La mancata partecipazione dell'Ucraina ai colloqui di Riad ha scatenato critiche da parte del presidente Volodymyr Zelensky, che ad Ankara, durante una conferenza stampa con il leader turco Recep Tayyip Erdogan, ha rivendicato il ruolo centrale del suo paese: "Non vogliamo che si decida alle nostre spalle. Nessun accordo può escluderci". Erdogan ha ribadito il sostegno turco all'integrità territoriale ucraina, proponendo la Turchia come sede futura per i negoziati di pace.  

Intanto, l'inviato di Donald Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, cerca di ricucire con Zelensky e si prepara a raggiungere Kiev per colloqui diretti, secondo fonti citate da Reuters. La mossa suggerisce un possibile tentativo di coordinamento tra le parti, nonostante le tensioni emerse a Riad.