Le parole di Yehuda Cohen - il padre di Nimrod Cohen che ancora è tra i prigionieri israeliani a Gaza - riportate dal quotidiano Haaretz riassumono perfettamente l'attuale stato del conflitto tra Israele e Hamas: a Netanyahu interessa solo la sua sopravvivenza politica, garantita dal supporto alla coalizione di governo fornito dall'estrema destra messianica, tanto che la liberazione degli ostaggi è ormai diventata più importante per l'amministrazione Trump che per il governo di Tel Aviv:

"Trump parla direttamente con Hamas per liberare gli ostaggi, mentre Netanyahu conta i giorni che mancano all'approvazione della legge di bilancio il 17 marzo. Tutto ciò che gli interessa è che la sua coalizione sopravviva".

Nell'ultima dichiarazione rilasciata da Hamas, il movimento di resistenza palestinese ha affermato di aver trattato in modo flessibile con i mediatori, ed in particolare con l'inviato statunitense Adam Boehler, con lo scopo di procedere alla fase due dell'accordo di cessate il fuoco. Una dichiarazione confermata dallo stesso Boehler che ha definito i colloqui diretti con Hamas "molto utili" e che, a suo avviso, il movimento "non è lontano" dal raggiungere un accordo. 

Questo è quanto ha dichiarato nelle ultime ore il portavoce di Hamas, Abdul Latif Al-Qanou:

"I negoziati svolti con i mediatori egiziani e qatarioti e con l'inviato di Trump si basano sulla fine della guerra, sul ritiro e sulla ricostruzione. Ci siamo impegnati pienamente nella prima fase dell'accordo e ora la nostra priorità è quella di dare rifugio e soccorso alla nostra popolazione e garantire un cessate il fuoco permanente.Il movimento ha accettato la proposta dell'Egitto di istituire un comitato di sostegno alla comunità e di iniziare il suo lavoro nella Striscia di Gaza per rafforzare la tenacia del nostro popolo e la sua permanenza nella Striscia. Di contro, l'occupazione mira a rafforzare l'assedio, chiudere i valichi e impedire che gli aiuti raggiungano la nostra gente, costringendola a emigrare, ma questo è solo un sogno irrealizzabile.I discorsi dell'occupazione sui piani militari per riprendere i combattimenti a Gaza e la decisione di tagliare l'elettricità sono opzioni fallite e rappresentano una minaccia per i prigionieri, i quali non saranno liberati se non attraverso negoziati".

Oggi, una delegazione israeliana si recherà a Doha, per riprendere i negoziati sulla seconda fase del cessate il fuoco... almeno a parole, poiché finora i fatti hanno mostrato altro.

La speranza è che dopo l'incontro in Qatar si possa arrivare a un accordo per consentire la ripresa dell'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza... l'ennesimo crimine di guerra commesso dallo Stato ebraico che nelle scorse ore ha pure tagliato l'elettricità in tutta la Striscia, decisione che significa interrompere la fornitura di acqua, impedendone il pompaggio e la distribuzione. Questi crimini di guerra, va ricordato ancora una volta, vengono commessi dallo Stato ebraico senza che la comunità internazionale muova un dito per impedirlo o, perlomeno, per protestare.

Infine, non va  dimenticato che l'esercito israeliano continua a sparare: 4 i morti e 16 i feriti nelle ultime 24 ore, facendo salire il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 a 48.467 morti e 111.913 feriti, a cui vanno aggiunte le vittime palestinesi nei Territori Occupati, dove le IDF proseguono l'invasione ingiustificata e, anche in questo caso, non condannata dalla comunità internazionale.