Da questa settimana, a parte misure diverse di carattere regionale o comunale (come ad esempio quella della Puglia che su richiesta consente agli studenti di poter proseguire nella Dad), le scuole italiane riapriranno alle lezioni in presenza. Lo ha deciso il governo Draghi.
Dato che la cosiddetta Dad, Didattica a distanza, non è stata considerata efficace dato che non tutti i ragazzi avevano gli strumenti minimi indispensabili per seguirla, privando oltretutto gli studenti della possibilità di socializzare, che a dire degli esperti fino all'età adolescenziale sarebbe fondamentale per la loro formazione, l'attuale esecutivo ha deciso che dopo le festività pasquali si ritornerà tutti in classe.
La decisione però arriva nel momento in cui i dati del contagio Covid non sono molto confortanti, con i ricoveri che hanno raggiunto il cosiddetto picco, ma che non stanno ancora drasticamente calando. Non solo. I ricoveri nelle terapie intensive, secondo gli ultimi dati, sono stabili e sopra la soglia di attenzione rappresentata dal 30% di occupazione dei posti letto disponibili.
La Francia, che con i dati del contagio è messa non molto peggio dell'Italia, ha deciso di prolungare le chiusure, scuole comprese, fino alla fine di aprile.
La riapertura delle scuole avviene - in parte per la disorganizzazione di alcune regioni, in parte per la carenza di disponibilità dei vaccini - con le vaccinazioni che finora hanno interessato solo una parte delle persone a rischio. A non essere ancora vaccinati sono molti degli anziani che non vivono nelle RSA e quasi tutti quelli compresi fra i 60 e gli 80 anni di età. Anche moltissime persone immunodepresse, malati oncologici e/o cronici, non sono stati vaccinati... neppure con la prima dose!
Pertanto il numero di persone ad alto rischio, che se contagiate hanno maggiori possibilità di altre di finire non solo in ospedale ma anche in terapia intensiva, è ancora molto elevato. Sono persone vivono in famiglia, insieme a figli e nipoti.
Permettendo la riapertura delle scuole, statisticamente, si favorirà l'aumento dei contatti tra persone diverse, anche tra quelle inconsapevolmente positive, ed il contagio Covid inevitabilmente aumenterà. Questa non è una profezia campata in aria, ma la semplice applicazione di quanto finora il coronavirus ci ha insegnato... anche senza essere epidemiologi!
Gli epidemiologi, però, di recente ci hanno anche informato che il virus che circola in Italia è rappresentato quasi interamente dalla variante inglese del SARS-CoV-2, mentre una piccola percentuale del contagio è causata da quella brasiliana. In pratica stiamo parlando di varianti molto più contagiose. La variante inglese, è sicuramente, in un certo senso, più letale proprio per fatto di essere più contagiosa, ma non è ancora del tutto escluso che non sia causa anche di una forma più grave della malattia.
Pertanto, in una situazione di fatto che registra una circolazione del virus molto elevata e un ancora insufficiente numero di vaccinazioni effettuate tra la popolazione più a rischio, siamo certi che sia stato corretto consentire la riapertura delle didattica in presenza? Una decisione, evidentemente, più politica che logica, per soddisfare il bisogno di propaganda di alcune delle forze politiche che compongono il governo Draghi.
Lo capiremo entro le prossime due settimane, in base al numero dei nuovi casi di contagio e da quello dei ricoveri. Ma una volta che sapremo che la decisione è stata sbagliata, non potremo però "correggere" il numero dei morti che ne saranno diretta conseguenza. Ma di quelli, i professionisti della propaganda politica che bivaccano in Parlamento non sembrano preoccuparsi, perché molti degli italiani che li votano non si rendono neppure conto del problema. E per quei politici questa è l'unica cosa che conta.