«Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale.» Questo è quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio Conte al termine di un consiglio dei ministri straordinario che si è svolto nel pomeriggio presso la sede della prefettura di Genova, presenti i ministri Di Maio, Salvini, Bussetti e Toninelli.
Prima di commentare questa dichiarazione del Governo, è necessario fare un passo indietro e ritornare al momento del crollo. Un signore che voleva riprendere la quantità di pioggia che ieri, prima di mezzogiorno stava cadendo su Genova, casualmente, ha ripreso anche il crollo del ponte.
Per la precisione il crollo del pilone che ancora era rimasto in piedi. Infatti, le immagini del video mostrano chiaramente che il piano stradale era già crollato... non c'era più! Quindi, anche senza essere degli ingegneri, è evidente che i primi a cedere e a causare il crollo sono stati gli stralli, cioè i tiranti inclinati che partono dalla sommità dell'antenna e a cui è sospesa l'impalcatura del ponte.
Quelli del ponte Morandi, rispetto a quanto di solito avviene, erano stati costruiti in cemento armato. Una soluzione alternativa ai "classici" cavi di acciaio.
Quale sia la parte dello strallo o degli stralli che abbia ceduto - l'ancoraggio all'antenna, quello al ponte o se siano collassati - e quale ne sia stata la causa è da stabilire.
E non è un fatto irrilevante. Infatti, secondo gli esperti, il ponte Morandi era un'infrastruttura problematica non tanto per la progettazione in sé, quanto per il fatto che si era trovata a dover sopportare una mole di traffico enormemente superiore rispetto a quella per cui era stato progettato, cinquant'anni fa.
Tenendo presente tali considerazioni, chiunque, prima di lanciare accuse e sentenze, dovrebbe tener conto di tutti gli aspetti legati alla concessione di quel tratto autostradale, delle verifiche effettuate, delle cause del crollo e della possibilità di evitarlo, in funzione di tutte le problematiche ad esso collegate: resistenza statica, resistenza alla fatica, efficienza degli ancoraggi, efficacia del sistema di protezione, previsione di sostituzione, controllo delle vibrazioni indotte dal vento...
Perché questa precisazione? Perché tante e tali sono le cause che possono aver causato il crollo che, da parte di chiunque ricopra una carica istituzionale ed abbia un minimo di responsabilità, prima di lanciare accuse a casaccio, sarebbe necessario riflettere.
Invece, il governo del cambiamento, che a questo punto prima di tutto dovrebbe chiamarsi della propaganda, a 24 ore dal crollo ha già stabilito che la responsabilità è da addossarsi al concessionario di quel tratto autostradale.
A confermare le parole del premier, quelle del vicepremier Luigi Di Maio. Questo è quanto ha dichiarato: «Stiamo scoperchiando tanti vasi di Pandora. Quello delle concessioni autostradali è il primo di una lunga serie. Chi pensa di poter continuare a lucrare sulla pelle degli italiani ha sbagliato governo. Non siamo come i nostri predecessori compiacenti con i potenti. Siamo totalmente e fermamente dalla parte del popolo italiano. È ora di presentare il conto a chi ha truffato gli italiani.
Glielo presenteremo noi così finalmente impareranno la lezione.»
Più dimesse, e più sfumate, invece, le dichiarazioni dell'altro vicepremier, Matteo Salvini che ha detto: «Genova non si arrende, ma chi ha sbagliato e ha causato tanto dolore dovrà pagare.»
In ogni caso, anche lui era presente alla riunione in cui il CdM ha deciso di avviare la procedura di revoca ad Autostrade.
Da parte sua, la società Autostrade per l'Italia si è detta fiduciosa di poter dimostrare i propri adempimenti alla concessione in relazione al crollo del viadotto sul Polcevera, aggiungendo che nel frattempo "sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree".
Inoltre, riguardo all'annuncio della revoca, Autostrade per l'Italia anche in questo caso si è dichiarata "fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell'ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi. E' una fiducia che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali."
Una tragedia trasformata in propaganda, al di là che le accuse lanciate dal Governo in futuro possano anche risultare fondate, dimostra da parte degli attuali vertici delle massime istituzioni del Paese l'inadeguatezza a ricoprire gli incarichi attualmente occupati.
Il Governo, in base alle ultime dichiarazioni ha scavalcato il ruolo della magistratura, senza neppure porsi il dubbio se non ci sia il rischio di mettere in pericolo la democrazia nel Paese. Questo, infatti, è un altro aspetto del Far West di cui ha parlato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella qualche giorno fa.
Sarebbe questo il cambiamento a cui aspirano gli italiani?