A partire dalla seconda metà del 20° secolo, tra gli archeologi nordamericani la teoria che il popolo Clovis fosse stato il primo a raggiungere le Americhe circa 11.500 anni fa era data come acquisita. 

Come avevano fatto i Clovis ad arrivare? Ovviamente camminando dalla Siberia all'Alaska durante l'ultima era glaciale, attraversando la Beringia, ponte naturale  sullo Stretto di Bering creatosi durante quel periodo. Da lì avanzarono verso sud lungo un corridoio libero dai ghiacci a est delle Montagne Rocciose, nell'odierno Canada occidentale.

E gli archeologi, per questo, avevano attribuito ai Clovis la responsabilità di aver causato l'estinzione dei grandi mammiferi come mammut e mastodonti, oltre a quella di varie specie di orsi presenti fino alla fine dell'ultima era glaciale.

Ma già negli anni '70 la teoria che i primi insediamenti umani nelle Americhe risalissero a 11.500 anni fa cominciò a vacillare, finché negli anni '80 ne emersero prove evidenti a Monte Verde, in Cile, grazie al rinvenimento di resti di un insediamento umano risalente a 14.500 anni fa. E a partire dal 2000 sono stati scoperti altri siti pre-Clovis, compreso quello di Buttermilk Creek nel Texas centrale, a testimonianza di presenze umane già 15.500 anni fa.

Adesso, in base ai recenti ritrovamenti nella grotta di Chiquihuite, nel Messico centrale, si è potuto stabilire che ben 33mila anni fa l'uomo si era già insediato sul suolo nord-americano, come riportato in uno studio pubblicato sulla rivista Nature.

Il team di ricercatori, che ha operato all'interno della grotta di Chiquihuite, attraverso una sezione stratigrafica (una sequenza di strati di terreno disposti nell'ordine in cui si sono depositati) profonda 3 metri, ha portato alla luce circa 1.900 manufatti in pietra realizzati nell'arco di migliaia di anni.

Gli studiosi sono stati in grado di datare ossa, carbone e sedimenti depositatisi vicino agli strumenti in pietra, usando due tecniche diverse: il classico radiocarbonio (C-14) e la datazione tramite luminescenza (OSL), in grado di stabilire l'ultima volta che i sedimenti sono stati esposti alla luce. Entrambi i metodi di misurazione hanno dato risultati concordanti.