Bando a qualsiasi equivoco: la battuta non è nuova. Richiama, infatti, l'originale che recitava "panico tra i socialisti" pubblicata in un numero di Cuore - allora diretto da Michele Serra - ai tempi di tangentopoli.
Perché questo titolo? Perché, effettivamente, domenica 26 marzo inizia l'ora legale. E su questo aspetto nulla quaestio... o almeno si spera. Invece, per quanto riguarda l'accostamento con il PD è sempre più evidente il parallelismo che lo accomuna al fu partito socialista di Bettino Craxi.
Lo PSI di Craxi divenne un partito personale, il primo esempio in Italia. Il potere e gli affari presero il posto di qualsiasi ideale ed un numero limitato di devoti dirigenti circondò la figura del lìder maximo proteggendolo e osannandolo oltre ogni logica, e non solo politica.
L'esperienza berlusconiana fu simile, ma non identica a quella craxiana. Il partito di Berlusconi non esisteva. Fu lui a fondarlo, lui ne era il proprietario. Una differenza non di poco conto.
Invece, Renzi sembra ripetere in toto le gesta del fu partito social-craxista. Matteo Renzi si è preso un partito di area socialdemocratica, lo ha svuotato di qualsiasi riferimento ideologico con il passato, lo ha identificato con la sua immagine fino a farlo diventare un partito personale, si è circondato di un manipolo di pretoriani che a loro volta si affidano ad ulteriori sotto capi per occupare "militarmente" tutti i gangli vitali della burocrazia interna.
La parola magica rottamazione, usata da Renzi come grimaldello per la conquista del potere, è diventata restaurazione, la novità è diventata noiosa ripetizione delle pratiche della prima repubblica con teatri e teatrini dove il sofismo si fa beffe della realtà, in barba a qualsiasi evidenza, nella maniera più sfacciata possibile.
Manca ancora una cosa che accomuni il Partito Socialista di Craxi al PD di Renzi: la legalità. Ma anche su quell'aspetto possiamo stare tranquilli. Inutile scervellarsi per chiedersi il perché dell'attivismo del padre di Renzi in vicende di intermediazione che lo vedono curiosamente protagonista dal momento in cui il figlio diventa presidente del Consiglio, vi sono le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono il PD in tutta Italia, dalla Lomdardia alla Sicilia a dimostrarlo. Inoltre, per ultima in ordine di tempo, a queste si aggiunge la vicenda Consip, in cui un ministro ed un amministartore, entrambi PD, si accusano dandosi del bugiardo a vicenda sullo sfondo di un appalto di oltre 2,5 miliardi di euro.
A forza di ricercare il nuovo siamo ritornati indietro di quasi trent'anni. E allora, se ritorno al passato deve essere, che lo sia per intero. Quindi, abbiamo anche tutto il diritto di riderci su... e allora che siano ammessi anche dileggio ed ironia per lo sconcerto e la preoccupazione nel PD a causa dello scoccare dell'ora legale.