Nell'ultima udienza del processo conto Derek Chauvin per l'omicidio di George Floyd, sul banco dei testimoni sono stati chiamati i medici dell'accusa, i dottori Martin Tobin, Daniel Isenschmid e William Smock.

Il dottor Martin Tobin, che opera nel reparto di terapia intensiva di un ospedale di Chicago, ha detto alla giuria che Floyd è morto "per un basso livello di ossigeno" causato dall'essere ammanettato a faccia in giù, con un ginocchio che gli premeva sul collo. Tobin, durante la sua testimonianza, ha invitato i giurati a simulare quanto fatto da Chauvin, provando a fare pressione con le proprie mani sulla parte posteriore del loro collo, aggiungendo che qualsiasi persona in salute sarebbe morta a causa di ciò.

La causa di morte per asfissia, nell'udienza di ieri è stata confermata anche dal dottor William Smock, patologo forense, che ha detto ai giurati che Floyd è morto per "asfissia posizionale", causata dalla morsa effettuata da Chauvin, aggiungendo che tale descrizione "è un modo elegante per dire che è morto perché non aveva più ossigeno nel corpo".

Secondo quanto sostiene la difesa, Floyd sarebbe invece deceduto per aver fatto uso eccessivo di fentanil, un potente analgesico oppiaceo che tra i suoi effetti ha quello di diminuire la frequenza del respiro.

Ma per il  dottor Daniel Isenschmid, i test tossicologici che ha eseguito sul sangue di Floyd per conto del medico legale hanno dimostrato che la quantità di fentanil riscontrata era paragonabile a quella che viene normalmente trovata in campioni prelevati da persone arrestate per aver guidato sotto l'influenza di narcotici.

La prossima settimana, sul banco dei testimoni saranno invece chiamati gli esperti della difesa che, presumibilmente, cercheranno di convincere la giuria che Floyd è morto a causa di una overdose di fentanil.