La protesta dei pastori sardi, al tavolo di filiera a Roma non si è discusso del prezzo del latte ad 80 centesimi
L'ottimismo del ministro delle Politiche agricole Centinaio, sembra seguire un copione che non ha molta attinenza con la realtà.
Infatti, in relazione al risultato della riunione odierna che si è tenuta a Roma con i rappresentanti dei pastori, Centinaio afferma di esserne molto soddisfatto, perché ci sarebbero stati dei passi avanti importanti per venire incontro alle richieste dei pastori iniziate con le proteste dei giorni scorsi.
Passi avanti rappresentati dall'affidare al prefetto di Sassari i compiti di analisi e sorveglianza del monitoraggio delle attività di filiera, dalla firma del decreto ministeriale che proroga l'atto programmatorio relativo al pecorino romano con la scadenza posticipata al 31 luglio 2019, dall'autorizzazione del premier Conte dell'atto di emanazione di un decreto legge per affrontare le emergenze agricole, dal contributo dello Stato agli interessi sui mutui, dalla definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote e dalla previsione del registro telematico del latte ovino. A ciò va aggiunto l'impegno di supermercati ed ipermercati ad avviare una campagna per il sostegno al pecorino sardo, già a partire dal 23 febbraio.
Che cosa c'è però di "stonato" in tutta questa "bellezza che il leghista Centinaio cerca di propagandare ai media, senza naturalmente dimenticare di ringraziarne anche, se non soprattutto, il ministro dell'Interno Salvini che sarebbe stato "efficientissimo"?
Il fatto che oggi i pastori che si sono presentati al tavolo di filiera pensavano che venisse siglata un'intesa (o perlomeno che se ne potesse almeno parlare) sugli 80 centesimi da loro indicati come prezzo minimo nell'assemblea svoltasi l'altro giorno a Tramatza, in attesa di arrivare, tramite un progressivo aumento del prezzo del pecorino romano, all'euro + Iva indicato come prezzo equo per poter lavorare.
Ma così non è stato. Perché al tavolo di filiera organizzato da giorni dal ministro Centinaio, gli industriali del latte della Sardegna non si sono presentati.
"Nemmeno quando è morto mio padre ho lasciato sole le pecore", ha detto Nenneddu Sanna, partito da Orune per venire a Roma. "E oggi che vengo qui per incontrare loro, loro non si presentano!"
E dello stesso tenore è il commento di un altro pastore, Gianuario Falchi, al termine della riunione: "Senza la controparte, il vertice come poteva andare?
Siamo incavolati: il mio tempo lo metto a disposizione così, poi loro non vengono e fanno come gli pare. Non sono per niente soddisfatto. Ci saranno nuove proteste? Non lo so... ma chi non si è presentato se ne farà carico. Io ho fatto il mio dovere e sono venuto qui a Roma.
Spero solo che già domani 22 febbraio si possa parlare della griglia per il prezzo latte dal prefetto a Sassari, perché la questione deve essere discussa nell'immediato."
Le trattative riprenderanno quindi già domani in Sardegna, davanti al prefetto di Sassari. I tempi si restringono anche perché nel fine settimane si svolgeranno nell'isola le elezioni regionali e i pastori, se almeno non si raggiungesse il prezzo di 80 centesimi, non escludono nuove proteste, anche davanti ai seggi.