Il problema Regeni, così lo definisce il neo ministro Salvini, non è cosa dello Stato.
"Comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”.
Le parole di Salvini, gettano benzina sul fuoco su una politica "strana", messa in atto dal nuovo Governo.
Da un lato dice di salvaguardare i cittadini, soprattutto italiani, e dall'altro li abbandona a se stessi, per interessi che evidentemente vanno oltre la stessa vita umana.
Giulio Regeni, il giovane ricercatore torturato e ucciso in Egitto, a quanto pare non avrà mai giustizia.
In uno Stato di diritto come quello Italiano, la ricerca della verità dovrebbe essere cosa naturale, a maggior ragione ora che spiccano i "fuochi" della dignità delle persone, scritti nel fantomatico Contratto di Lega-M5S a cui gli Italiani avrebbero aderito con il cuore.
Evidentemente però, nel caso specifico, la verità potrebbe inclinare i rapporti tra due Stati, Italia ed Egitto e segnerebbe la fine di inciuci e misfatti.
Pertanto, tutto rimane tale, il "cambiamento" per ora può aspettare.
Quindi, meglio archiviare...
Ma non si capisce però come il Movimento 5 Stelle possa accettare dichiarazioni simili da parte di Matteo Salvini quando lo scorso 28 maggio, sul Blog delle Stelle, la vicepresidente della Camera, la pentastellata Maria Edera Spadoni, scriveva che sul "caso Regeni: la verità deve emergere quanto prima", ribadendo "l'auspicio di una stretta collaborazione fra Italia ed Egitto per arrivare quanto prima ad individuare i responsabili della morte di Giulio Regeni."