Decine di migliaia di persone anche la prima domenica di ottobre hanno marciato per le strade di Minsk, capitale della bielorussa, per chiedere  nuove elezioni e la liberazione dei detenuti politici.

La marcia di oggi è l'ultima di una interminabile serie di manifestazioni di protesta che si sono tenute dopo le elezioni del 9 agosto, nelle quali il presidente Alexander Lukashenko è risultato vincitore ma, secondo i suoi avversari, solo grazie a palesi brogli. Così il sesto mandato di Lukashenko ha dato il via ad una serie di proteste che ancora non sembrano voler terminare.

Oggi erano 100mila i bielorussi scesi in piazza sventolando bandiere bianche con una striscia rossa, simbolo dell'opposizione, e stavolta hanno marciato verso le prigioni in cui sono detenuti gli oppositori del regime arrestati finora. "Fateli uscire", ha gridato la folla davanti al centro di detenzione di Okrestina.


Le persone arrestate a partire da agosto sono state più di 13mila: alcune, successivamente, sono state rilasciate, ma i principali esponenti dell'opposizione sono ancora in carcere o in esilio.

Domenica, la polizia ha fatto ricorso a cannoni ad acqua montati su veicoli blindati per disperdere i manifestanti, arrestandone decine, secondo l'agenzia Interfax.


Ed anche in altre città della Bielorussia sono state organizzate manifestazioni contro Lukashenko.

Venerdì, l'Unione europea ha reso noto di aver attivato delle misure di ritorsione contro la Bielorussia, tra cui divieti di transito e congelamento di beni nei confronti di una quarantina di persone che, a vario titolo, occupano incarichi di primo piano nelle istituzioni bielorusse.